Spider-man 3, l’uomo convince più dell’eroe
Nel terzo espisodio della saga, sugli schermi dal primo maggio, la lotta interiore di Peter Parker tra Bene e Male di Massimo Giraldi
Continua la saga di Spider-Man con il terzo episodio, che arriva nelle sale il 1° maggio (una settimana prima dell’uscita negli Stati Uniti). Ritroviamo Peter Parker, ragazzo con l’eterna aria di fanciullo pronto a mettersi la tuta e a volare tra i grattacieli di New York in soccorso di situazioni difficili; Mary Jane Watson, la ragazza di cui è innamorato, e Harry Osborn, l’amico che non può perdonargli di aver provocato la morte del padre.
Peter all’inizio è allegro e sorridente. La gente ama Spider-Man e lui è intenzionato a chiedere a Mary di sposarlo. Qualcosa però all’improvviso cambia. Una sostanza nera finisce sul suo costume che dal solito rosso e blu cambia colore e diventa nero corvino. Peter si sente cattivo, vendicativo, aggressivo. La malvagità si impossessa di lui e liberarsene diventa la sua sfida più grande. Il Bene e il Male sono fuori di noi ma anche, e spesso, dentro, nella nostra doppia personalità.
Per dire questo passano 140’ di spettacolo bello ma non sempre compatto. Arrivano momenti di pausa, troppi effetti speciali nel lungo finale. La normalità di Peter convince più delle sue imprese da superuomo.
30 aprile 2007