Tamara De Lempicka al Vittoriano
Ottanta dipinti e quaranta disegni raccontano “la regina del moderno”, come recita il sottotitolo della mostra dedicata alla trasgressiva artista polacca di Francesca Romana Cicero
Al Complesso del Vittoriano la spregiudicata e trasgressiva artista polacca Tamara De Lempicka (1898-1980) dalla personalità complessa e vita avventurosa. Una vita vissuta all’insegna della sua grande passione per l’arte ed un’eccentrica, ma sapiente, capacità di costruire la propria immagine cavalcando le mode e sfruttando i media, senza trascurare le opportune frequentazioni.
Dalla grigia Varsavia e gli ambienti aristocratici e imperiali di San Pietroburgo – dai quali fu costretta ad allontanarsi a causa della rivoluzione – la sua pittura si accende delle tonalità vive di Parigi, all’epoca importante crocevia culturale, meta ambita da intellettuali ed artisti. Città dove le donne già negli anni Venti e Trenta cominciavano a godere di una certa libertà, guidando le automobili, partecipando persino a delle competizioni, dirigendo case editrici, ricoprendo il ruolo di avvocato, etc. Stile di vita che si confà particolarmente a questa donna stravagante che, riparata in esilio negli Stati Uniti poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, diviene protagonista della vita mondana di Beverly Hills, nonostante una certa religiosità di alcune opere in cui ritrae Madonne e suore, o donne di campagna, e l’impegno profuso nella raccolta fondi per la Polonia invasa.
Interessante notare – come rileva la curatrice de la mostra Gioia Mori – come la sua modernità nell’anticipare tematiche e comportamenti sia riscontrabile proprio in un giovane figlio di immigrati, provenienti da un paese vicino al confine con la Polonia, che comincia ad affermarsi a New York negli anni ‘60 quando l’esperienza artistica di Tamara sta per concludersi: il grande ed inimitabile Andy Warhol.
La mostra, articolata su due piani, consta di 80 dipinti e circa 40 disegni che ne ripercorrono il cammino artistico, ed è completata da 50 fotografie d’epoca che la ritraggono come una diva degli anni Trenta. Presenti anche 13 dipinti di artisti polacchi che frequentò in Francia e a Varsavia, e alcune sculture, per un confronto con l’arte contemporanea della sua patria, la cui utilità in una mostra così ricca è discutibile. Diverse infatti sono le opere fruibili mai esposte in Italia, tra le quali l’eccezionale prestito della collezione dell’attore Jack Nicholson.
L’esposizione – che si apre, secondo le consuetudini del Vittoriano, con un video introduttivo che si avvale della recitazione di Isabel Russinova – ha costituito l’occasione per una nuova lettura di alcuni dipinti e per documentare un legame finora sconosciuto con Prampolini. Il titolo della mostra “La regina del moderno” allude allo ‘stupore ammirato’ che provavano i critici a lei contemporanei nell’osservare l’effetto dirompente delle particolari inquadrature e deformazioni delle proporzioni dei soggetti, il cui rapporto con lo sfondo ne dilata l’efficacia comunicativa. Figure dalla resa scultorea permeabile alle grandi novità apportate dall’era moderna – l’elettricità, l’acciaio, la velocità – e ricettiva di un’eccentrica commistione di arti – la fotografia, la moda, la pubblicità, il cinema – ricercata ed attuata anche nella vita ordinaria. Uno stile sensuale e spigoloso inconfondibile che costituisce «un curioso melange di estremo modernismo e purezza classica».
“Tamara De Lempicka. La regina del moderno” c/o il Complesso del Vittoriano, via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali). Fino a domenica 10 luglio 2011. Curatore: Gioia Mori. Catalogo: Skira. Costo del biglietto: intero 12 euro; ridotto 8,50 euro. Orario: dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 19.30; venerdì e sabato fino alle 23.30; domenica fino alle 20.30. La biglietteria chiude un’ora prima. Per informazioni: tel. 06.6780664.
5 aprile 2011