92° anniversario dei Patti Lateranensi, Bassetti: «Confronto sereno e aperto»
A Palazzo Borromeo il tradizionale incontro bilaterale Italia-Santa Sede, inaugurato dall’arrivo del premier Draghi, alla sua prima volta da “cerimoniere”
«Un confronto sereno, franco, aperto, su tutti i problemi di maggiore urgenza, a cominciare dalla famiglia, dalla scuola, dal problema dei giovani e dal rapporto tra le istituzioni». Il cardinale presidente della Cei Gualtiero Bassetti descrive così il tradizionale incontro bilaterale Italia – Santa Sede che si è svolto ieri, 2 marzo, a Palazzo Borromeo, in occasione del 92° anniversario dei Patti Lateranensi. Ad accogliere la delegazione della Conferenza episcopale italiana – oltre a Bassetti, il segretario generale Stefano Russo – e quella della Santa Sede – il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e, tra gli altri, il segretario per i Rapporti con gli Stati Paul Richard Gallagher e il sostituito per gli Affari generali della Segretarie di Stato Edgar Peña Parra -, il presidente del Consiglio Mario Draghi, alla sua prima volta da “cerimoniere”. A precedere il premier, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e i ministri Patrizio Bianchi (Istruzione), Roberto Speranza (Salute), Luigi Di Maio (Esteri), Elena Bonetti (Famiglia).
L’incontro è entrato nel vivo con l’arrivo a Palazzo Borromeo – sede dell’ambasciata italiana presso la Santa Sede – del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, preceduto dal presidente della Camera Roberto Fico, dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal presidente della Corte Costituzionale Giancarlo Coraggio. «Buono e costruttivo», nelle parole di Bassetti, il clima: «C’è stato uno scambio sereno, aperto, è stato un incontro davvero costruttivo», ha riferito incontrando i giornalisti, ai quali ha parlato di «convergenza su tutti gli ambiti, visti da angolature diverse». A proposito della pandemia, il presidente della Cei ha affermato che «siamo in una condizione surreale», nella quale «bisogna imparare a portare una grande speranza: sappiamo che è una notte lunga, tormentata, ma che l’alba viene. Sta anche a noi costruirla con un impegno fattivo, senza farci scoraggiare dai problemi. Più che il tempo dei problemi – ha aggiunto -, è il tempo del fare e dell’agire. Il Papa ci chiede di guardare avanti e ci indica un Sinodo che ci porterà avanti fino all’Anno Santo del 2025».
Sulla stessa linea anche il commento del cardinale Parolin. «Non c’è stata nessuna richiesta o pressione – ha dichiarato -, è stata una conversazione molto serena, a partire dalle politiche familiari. Sono state presentate le linee d’azione del governo – ha riferito ai giornalisti -, che ci trovano molto attenti, soprattutto nella volontà di portare al centro la famiglia e di sostenerla. Il tema educativo è fondamentale, come ha sottolineato il cardinale Bassetti, ed è ancora attuale l’emergenza educativa di cui parlava Benedetto XVI». Nell’analisi di Parolin, anche il confronto sulla pandemia e sui temi di politica internazionale che riguardano l’Italia, come la presidenza del G20 e la copresidenza della Coop26 a Glasgow. Per quanto riguarda i temi legati all’ambiente, «abbiamo sottolineato l’apporto principale della Santa Sede, che è di natura etica – ha riferito il segretario di Stato vaticano -. Si Tratta di cambiare mentalità e di avere un approccio diverso con l’ambiente. Spesso si parla di misure più tecniche ma noi pensiamo che il contributo maggiore è sul piano dell’educazione e della proposta di un nuovo stile di vita».
Interpellato infine sull’imminente viaggio del Papa in Iraq, Parolin ha risposto: «È una gioia per me, si tratta di un ritorno: due anni fa ero lì a celebrare il Natale. Tornare con il Santo Padre è una grande soddisfazione, sapendo che c’è una grande attesa da parte di tutti: del governo, che ha bisogno di essere sostenuto nel suo impegno per la stabilità del Paese, e della comunità cristiana, che sappiamo in che condizioni è ridotta. Quella del Papa sarà sicuramente una presenza incoraggiante». Nessun cenno invece, durante l’incontro, a una possibile udienza del Papa con il premier Mario Draghi. «Non se ne è parlato – ha risposto il cardinale alle domande dei giornalisti -. Se ne occuperanno i rispettivi protocolli».
3 marzo 2021