Le melodie di Hindemith e Monteverdi

Il 22 appuntamento con la musica dell’artista tedesco, il 23 spettacolo al Teatro Valle del musicista italiano di Mariaelena Finessi

Lo scompiglio determinatosi in Germania al termine della prima Guerra mondiale non risparmiò nemmeno il campo artistico-musicale, nel quale provocò «oltre ad una reazione tendente ad eliminare vincoli formali e linguistici col passato romanticismo, anche il recupero della tradizione bachiana», seppure limitato alle tecniche compositive, «usufruendo quindi di elementi che hanno indotto gran parte degli storici a parlare di periodo neo-classico». Il maestro Marcello Candela, che nel concerto di domenica 22 aprile, a Santi Marcellino e Pietro al Laterano, accompagnerà al pianoforte il soprano Hyo Soon Lee, racconta il “suo” Paul Hindemith. «Nella poetica del compositore – quello stesso violinista in erba che a soli 11 anni lascia casa, andando via dai genitori che non ne condividono le velleità musicali – il mottetto mostra al suo interno ancora le particolari qualità espressive e formali della tradizione rinascimentale». Vale a dire «la struttura ad episodi, in uno stile melodicamente ricco, rigoroso nel contrappunto e seducente nella ricercatezza armonica». Ciò che invece lo sgancia dall’eredità del passato è la conduzione della trama narrativa, in una personale dialettica tra consonanza e dissonanza. Quanto detto risulta più chiaro, ad esempio, nella raccolta “Ludus Tonalis” – in programma domenica con il “Motetten für Sopran und Klavier” -, all’interno dell’alternanza tra preludi e fughe che propriamente la contraddistingue.

Per la rassegna diocesana dei “40 concerti nel giorno del Signore”, Candela – attualmente impegnato nella redazione dell’Opera omnia di Domenico Massenzio – porta all’ascolto del pubblico proprio questi due gioielli compositivi, a rendere omaggio allo spirito indomito del musicista tedesco, i cui spartiti vennero condannati come “degenerati” dai nazisti. Un’offesa che costò, a noi europei, la sua emigrazione, nel 1940, verso gli Stati Uniti.

Lunedì 23 aprile l’appuntamento è invece al Teatro Valle con lo spettacolo, a cura di Rocco Mortelliti, “Io la Musica son…Il mito di Orfeo” e che vedrà Paola Ghigo come concertatore, Sara Allegretta vestire i panni di Euridice e Rossana Rinaldi (con Roberto Staccioli) quelli di Orfeo.
Lo spettacolo, che intende commemorare i 400 anni dalla prima rappresentazione dell’opera di Claudio Monteverdi (1607) prende spunto dal prologo di quest’ultimo, «Io la musica son che ai dolci accenti so far tranquillo ogni turbato core et hor di nobil ira et hor d’amore posso inflammar le più gelate menti».

In realtà la versione di Mortelliti è l’unione di tre “Orfeo”: quello di Monteverdi, quello di Christoph Willibald Gluck e quello di Alfredo Casella. Tre diverse drammaturgie musicali che pure mantengono integra la vicenda del cantore-incantatore. «Il mito di Orfeo – spiega il regista specializzatosi sulla maschera della commedia dell’arte, recitando a fianco di Ferruccio Soleri (l’arlecchino mondiale) e sotto la direzione di Giorgio Strehler – da sempre rappresenta la forza della musica sull’anima e sull’intelligenza, non solo affascinando le menti ma anche interpretando i grandi sentimenti. Per questo la musica non ha confini tra sacro e profano». Lo spettacolo inizierà mostrando la figura di Orfeo attraverso due diverse vocalità, tenore per “Orfeo” di Monteverdi e contralto per “Orfeo” di Gluck. Il coro sarà la vera scenografia che via via si trasformerà portando l’auditorio nelle varie situazioni, proprio come era solito fare il coro della tragedia greca, qui guidato dalla voce narrante di Alessandra Mortelliti e da una maschera neutra che arriverà alla nemesi del cantore, metà uomo e metà dio, da parte delle Baccanti.

La rassegna dei “40 concerti” continua il 29 aprile a San Girolamo della Carità con le musiche di Vivaldi, Mozart, Bach, Haendel, Fauré, Liszt, Bottesini e Gliére. Ingresso libero, ore 20.30.

20 aprile 2007

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