Aumentano in Italia le violenze sui minori
5.788 nel 2017 le vittime di reati; nel 60% dei casi bambine. A lanciare l’allarme è Terre des Hommes con il nuovo dossier della campagna Indifesa. Aumento record della pedopornografia. Crescono anche abusi e maltrattamenti
+8%. È la cifra del drammatico record relativo al numero dei minori vittime di reati in Italia svelato questa mattina, 10 ottobre, da Terre des Hommes nella presentazione della settima edizione del dossier di Indifesa, la campagna che accende i riflettori sui diritti negati a milioni di bambine e in Italia e nel mondo. Nel 2017 sono state 5.788 nel nostro Paese i piccoli vittime di abusi e violenze; in 6 casi su 10 si tratta di bambine e ragazze. Dieci anni fa erano 4.061. In forte crescita soprattutto il numero dei minori vittime di reati legati alla pedopornografia: +57% per la detenzione di materiale pornografico (per l’86% femmine) e +10% per la loro produzione, che coinvolge per l’84% bambine e ragazze.
È uno scenario allarmante, quello delineato dai dati interforze elaborati nel dossier, che dimostra l’urgenza di «assicurare maggiore protezione a bambine e le ragazze, anche in Italia», dichiarano da Terre des Hommes. Tra i reati in crescita, la violenza sessuale, le cui vittime (699 minori, per l’84% femmine) sono aumentate del 18% rispetto al 2016. Gli atti sessuali con minorenni sono cresciuti del 13% e le 415 vittime sono ragazze nell’80% dei casi; la corruzione di minorenni (ovvero il compiere atti sessuali in presenza di bambini sotto i 14 anni) è aumentata del 24% e il 78% delle vittime sono bambine; la violenza sessuale aggravata (nella cui fattispecie ricadono diverse aggravanti, tra cui l’età inferiore ai 14 anni) è in aumento dell’8% (387 minori) e l’83% delle vittime sono ragazze o bambine.
Il reato che miete il maggior numero di vittime tra i minori tuttavia è il maltrattamento in famiglia: 1.723 i bambini coinvolti in un solo anno. Alto anche il numero di bambini vittime della “violazione degli obblighi di assistenza familiare”: 1.005, in aumento del 5% rispetto al 2016. A crescere non sono però tutte le fattispecie di reato: cala il numero delle vittime di prostituzione minorile (-35%, per il 73% femmine) e di sottrazione d’incapace (-18%, il 49% femmine).
I dati in questione, rimarcano dall’organizzazione, sono relativi solo ai reati emersi. Il quadro comunque sembra confermare «l’impressione che, forse alimentata e formata da una precoce e costante dieta mediatica ipersessualizzata, la relazione con la sessualità sia sempre più vissuta attraverso un’oggettivazione del corpo delle ragazze e delle bambine (e delle donne in generale) e una conseguente modalità predatoria e prevaricatoria». È evidente, per il presidente Raffaele K. Salinari, la necessità di «raddoppiare gli sforzi per la prevenzione e il contrasto alla violenza contro i bambini, in particolar modo contro le bambine. Chiediamo al governo – aggiunge – di non dimenticare l’infanzia mettendo al centro, come chiediamo da anni, interventi concreti per dare seguito, sia in Italia che nei progetti di cooperazione internazionale, agli impegni sottoscritti in sede di adesione all’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile 2030, alla Convenzione di Istanbul (provvedendo una copertura finanziaria adeguata per le attività di prevenzione della violenza) e alla Convenzione dei Diritti dei Bambini, partendo dal monitoraggio sistematico dei dati e dal contrasto di ogni forma di povertà, abuso o discriminazione dei confronti dei bambini».
Il presidente di Terre des Hommes indica anche gli «assi fondamentali» su cui lavorare: «Ascoltare e monitorare, perché senza dati attendibili e senza l’ascolto del territorio e dei ragazzi e delle ragazze non possiamo orientare le nostre policy e i programmi di intervento». Ancora, «fare rete perché solo unendo le forze tra famiglie, attori privati, istituzioni pubbliche e scuole possiamo produrre un impatto reale nella vita delle ragazze e delle bambine e ribaltare i trend sulla violenza di genere». Tra le priorità c’è anche quella di «formare, mettendo al centro i ragazzi e le ragazze, le bambine e i bambini, costruendo sulla loro partecipazione e sul loro protagonismo. Perché solo così educheremo cittadini consapevoli in grado di superare la violenza e gli stereotipi». E poi «innovare, sui linguaggi e sulle modalità di intervento, perché è evidente che i risultati ottenuti non sono sufficienti e dobbiamo provare a cambiare. Indifesa è tutto questo e vuole, sempre di più, lavorare proprio su questi assi».
«La settima edizione del dossier Indifesa di Terre des Hommes “La condizione delle bambine e le ragazze nel mondo 2018” ci offre l’occasione per aprire gli occhi di fronte ai muri che si ergono davanti alle ragazze e alle donne, frapponendosi tra esse e la loro realizzazione personale, i loro sogni, le loro aspirazioni grandi o piccole – dichiara Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili -. Nello svolgimento del mio ruolo istituzionale farò tutto ciò che sarà possibile affinché i diritti delle ragazze in Italia e nel mondo siano salvaguardati».
Riflettori puntati dunque sull’importanza dell’istruzione per proteggere le bambine da alcune delle più frequenti violazioni dei loro diritti come i matrimoni e le gravidanze precoci. Un fenomeno, quest’ultimo, che riguarda pure l’Italia dove, nel 2016, il numero di bambini nati da madri minorenni è stato di 1.539, ovvero lo 0,33% del totale delle nascite. La maggioranza di queste baby mamme sono italiane (1.226) e più della metà delle nascite si sono registrate nella fascia d’età dei 17 anni (984 parti), mentre sono stati 500 i bambini nati da madri 16enni, 44 da madri appena 15enni e 11 da madri con meno di 15 anni. A livello territoriale, la Sicilia è risultata essere la regione in cui si è registrato il più alto numero di nascite con madri minorenni (377, di cui 6 ragazzine che non avevano ancora compiuto 15 anni), seguita da Campania (277), Lombardia (162) e Lazio (92).
10 ottobre 2018