Bambini morti in Ucraina, condanna dell’Unicef

Due morti e 15 feriti in un’ondata di attacchi in diverse aree del Paese. La denuncia del rappresentante dell’organismo internazionale. «Milioni di piccoli privati della loro infanzia»

Due bambini uccisi e almeno 15 feriti in un’ondata di attacchi mortali in diverse aree dell’Ucraina. Negli ultimi giorni, bambini, famiglie e le infrastrutture su cui fanno affidamento sono stati attaccati a Dnipro, Leopoli, Charkiv, Kiev, Odessa e in altre aree popolate. A riferirlo all’agenzia Redattore Sociale è Munir Mammadzade, rappresentante dell’Unicef in Ucraina.

«Nell’ultima settimana sarebbero state danneggiate almeno 8 scuole e 10 strutture sanitarie, tra cui una clinica ostetrica. Le case sono state distrutte e milioni di bambini – afferma Mammadzade – hanno iniziato il nuovo anno sotto il suono delle sirene e dei bombardamenti, alimentando una paura familiare. L’impatto complessivo delle perdite segnalate, dei danni alle infrastrutture e degli attacchi incessanti ha trasformato quella che dovrebbe essere una stagione di gioia in una stagione segnata da terrore, paura e dolore – continua la nota -. I bambini in tutta l’Ucraina sono stati costretti a rifugiarsi in scantinati, rifugi antiatomici e stazioni della metropolitana, spesso nel freddo delle prime ore del mattino».

Il quadro è drammatico. «Per i bambini le cui case – si legge ancora nella nota Unicef – sono state danneggiate o distrutte e per quelli a cui è stato tagliato l’accesso all’elettricità, al riscaldamento e all’acqua, la situazione è particolarmente grave, in quanto devono sopportare temperature rigide che spesso raggiungono i -20° C. Quasi 1.800 bambini sono stati uccisi o feriti dall’escalation della guerra in Ucraina, secondo i rapporti verificati dalle Nazioni Unite. Il numero reale è probabilmente molto più alto. A febbraio, i bambini ucraini avranno sopportato due anni di guerra totale. Milioni di bambini sono stati privati della loro infanzia. Milioni di bambini hanno perso familiari, amici, case, scuole e comunità. E continuano ad affrontare rischi per la loro sicurezza e il loro benessere, dato che gli attacchi e i combattimenti continuano, soprattutto per i bambini che vivono in aree vicine alla linea dei combattimenti».

4 gennaio 2024