Consacrati sulla via dell'”intercongregazionalità”
A San Giovanni in Laterano l’incontro con monsignor José Carballo : «Oggi è il momento delle sinergie» e l’arcivescovo De Donatis: «Siete una ricchezza per la nostra Chiesa»
Un «duro» richiamo a tutti i consacrati affinché siano sempre pronti ad assumersi le loro responsabilità e a vivere pienamente all’ombra del Vangelo che non è «un’idea ma una persona» è stato rivolto da parte di chi «ama la vita consacrata tanto da averla abbracciata», monsignor José Rodríguez Carballo, francescano dei frati minori, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Durante l’assemblea dell’Usmi diocesana, ha tracciato le linee guida per intraprendere la strada dell’intercongregazionalità. L’incontro annuale, rivolto agli istituti di vita apostolica, ha avuto come tema “Insieme per la missione” e si è svolto nella basilica di San Giovanni in Laterano venerdì 29 settembre alla presenza delle rappresentanti di circa quattrocento comunità.
Presenti anche la presidente dell’Usmi Lazio, madre Roberta Branco, suor Gabriella Guarnieri e suor Rita Braganti, rispettivamente delegata e vice delegata per la diocesi di Roma. Il documento “Per vino nuovo otri nuovi. Dal concilio Vaticano II: La vita consacrata e le sfide ancora aperte”, frutto di quanto emerso nella plenaria del dicastero del 2014, ha fatto da sfondo ai lavori che sono stati aperti da un momento di preghiera presieduto dal vicario Angelo De Donatis. «Siete una ricchezza per la nostra Chiesa» ha detto e commentando la parabola dei vestiti e degli otri nuovi, riportata nel Vangelo di Luca, il vicario ha aggiunto che c’è un solo modo «per essere credibili testimoni del Vangelo» quello di chiedere la grazia «di togliere dalle nostre vite tutto ciò che appartiene all’uomo vecchio, incapace di gioire e di vivere la vera libertà», affrontare e vincere il «combattimento più duro contro il nostro “io” che vuole sempre riemergere e prevalere su tutto».
Nel suo lungo intervento monsignor Carballo ha più volte fatto sue le parole di Papa Francesco. «Non possiamo avere il volto da funerale e poi lamentarci che nessuno ci segue – ha affermato –. Ci sono delle difficoltà oggettive ma queste non possono portarci alla rassegnazione, alla remissività e al pessimismo, grande malattia della vita consacrata». Parlando delle poche vocazioni ha evidenziato che la vita consacrata «non può essere di massa» e pertanto non è «il numero che salverà la vita religiosa».
L’arcivescovo ha quindi tracciato una sorta di vademecum da seguire iniziando dalla formazione e informazione perché non esistono «solo le periferie sociali ma anche quelle del pensiero e della cultura. Vi prego, studiate – ha esortato – affinché possiate parlare “a tu per tu” anche con chi la pensa in modo diverso». Per conoscere i mutamenti della società e leggere i segni dei tempi è quindi importante una formazione permanete, utile «per essere contagiosi». Dopo aver rivolto un invito alle superiore ad esercitare il ministero dell’ascolto e della vicinanza ha incoraggiato ad unire i carismi simili esistenti nelle varie congregazioni per creare una reale collaborazione evitando di diventare «pezzi da museo». «Oggi è il momento delle sinergie perché ci sono più di cento istituti con meno di 50 membri e per la maggior parte in età avanzata – ha aggiunto –. È quindi essenziale una collaborazione che può partire dalla missione a prescindere dal colore dell’abito che indossiamo. L’importante è la fedeltà al proprio carisma».
Il vicario episcopale per la vita consacrata, don Antonio Panfili, dopo aver ricordato monsignor Natalino Zagotto, deceduto l’8 settembre scorso, che per tanti anni ha ricoperto lo stesso ruolo, ha detto di essersi messo «al servizio della vita consacrata» per la quale prega ogni mattina. Ha confessato che durante l’incontro ha avuto la sensazione di «essere muto davanti a tanta ricchezza di doni che ha la Chiesa» e al tempo stesso «stupito dal lavoro che c’è da compiere». Suor Gabriella ha annunciato che presto sarà online una piattaforma per mettere in contatto “domanda e offerta”. «Ognuna metterà a disposizione il proprio talento – ha detto – perché abbiamo ricchezze umane che ignoriamo».
2 ottobre 2017