Corridoi umanitari: arrivati a Fiumicino 114 libici

Ad accoglierli, tra gli altri, i ministri Piantedosi (Interno) e Tajani (Esteri). Il titolare del Viminale: «Il governo conferma, rinnova e rilancia questa esperienza»

«Benvenuti nel nostro Paese». Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha accolto con queste parole ieri, 30 novembre, i 114 libici arrivati all’aeroporto di Fiumicino grazie a un’operazione di evacuazione attraverso i corridoi umanitari. Con lui, tra gli altri, il ministro degli Affari esteri e cooperazione internazionale Antonio Tajani, Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo e Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. «Siamo qui per testimoniare il nostro orgoglio come Italia – ha affermato Piantedosi: quella dei corridoi e delle evacuazioni umanitarie è una esperienza unica, di cui siamo fieri perché ben si coniuga con l’integrazione, attraverso una filiera di istituzioni dedicate all’accoglienza». Un’esperienza a cui «il governo italiano plaude – ha aggiunto il titolare del Viminale – e che conferma, rinnova e rilancia per il futuro. Vogliamo continuare a vivere l’orgoglio di contribuire a progetti come questo, per aiutare chi ha bisogno a fuggire dall’orrore».

Nelle parole del ministro Tajani, l’arrivo dei migranti ieri a Fiumicino «è la migliore risposta ai trafficanti di essere umani e all’immigrazione illegale», che si inserisce nella «lunga tradizione di accoglienza» dell’Italia. E di «strategia pilota», ha parlato Garrone, ricordando che «grazie ai corridoi umanitari migliaia di rifugiati hanno trovato protezione in Italia seguendo una via legale e sicura, e sono stati accompagnati in un percorso di integrazione che ha dato frutti evidenti e riconosciuti». Ora, ha continuato, «l’apertura di un corridoio dalla Libia dimostra l’importanza e l’efficacia di un rapporto tra società civile e istituzioni – a iniziare dai ministeri dell’Interno e degli Affari esteri – che speriamo possa essere ulteriormente incrementato».

Secondo il rappresentante della Fcei, «le azioni come quelle dei corridoi umanitari non vanno ridotte a gesti caritatevoli ma hanno a che fare con i principi della nostra Repubblica democratica costituzionale e con una visione dell’Unione europea fondata sulla tutela e la promozione dei diritti umani. Come chiese evangeliche – ha riferito – ci sentiamo impegnati a sviluppare questa strategia e più volte ci siamo rivolti alle nostre chiese sorelle in Europa, come quella tedesca, perché sostenessero lo sforzo italiano e adottassero provvedimenti analoghi. E sappiamo che su questo piano europeo molto resta ancora da fare». Quindi l’omaggio a «tutti coloro che si prodigano in questi salvataggi», dalle forze istituzionali alle organizzazioni della società civile, qui anche con il sostegno della più grande chiesa protestante in Europa, a cui «va la nostra riconoscenza», le parole di Garrone. «La tragedia delle morti nel Mediterraneo impone scelte coraggiose e generose, coerenti con i nostri principi costituzionali e, per noi protestanti, con il dovere evangelico del soccorso a chi soffre ed è in pericolo – ha concluso -. Siamo di fronte a una sfida complessa che ci impone di adottare strumenti diversi e complementari. Il nostro Paese ha risorse materiali ed energie morali capaci di affrontare anche questa sfida».

1° dicembre 2022