“Custodire ogni vita”, gettando le reti della speranza

La 44ª Giornata nazionale a San Bonaventura, col vescovo Gervasi. Patrizia Lupo (Segretariato sociale): «Vicinanza alle mamme in difficoltà»

Il brano del Vangelo che narra la pesca miracolosa e la chiamata dei primi quattro discepoli ben si coniuga con il richiamo dei vescovi italiani lanciato in occasione della 44ª Giornata nazionale per la vita celebrata ieri, domenica 6 febbraio, sul tema “Custodire ogni vita”. Per il vescovo ausiliare Dario Gervasi, delegato per la Pastorale familiare nella diocesi di Roma, l’invito di Gesù a gettare le reti a largo si attualizza con l’edizione 2022 della Giornata, istituita nel 1978 come risposta pastorale all’entrata in vigore della legge 194 che ha introdotto l’aborto in Italia. «Custodire ogni vita significa andare al largo. Ogni volta che stendiamo le mani e custodiamo la vita di chi ha più bisogno, aiutiamo una mamma che aspetta un bambino, ci prendiamo cura di un malato che sta male, accogliamo una persona scartata, gettiamo le reti della speranza e della fiducia», ha detto il presule che ieri, 6 febbraio, ha presieduto la celebrazione eucaristica organizzata dal Centro diocesano per la pastorale familiare nella parrocchia di San Bonaventura da Bagnoregio, a Torre Spaccata.

L’Italia rischia di entrare in un rigido inverno demografico, preoccupazione espressa anche da Papa Francesco durante la recita dell’Angelus del 26 dicembre scorso. «In questo momento la nostra società non ha bisogno solo della ripresa economica – ha aggiunto il presule – ma di una fiducia nella vita, di custodire, rilanciare e ripuntare su ogni vita». Se da un lato, ha sottolineato Gervasi, «è vero che sono stati predisposti gli strumenti» sul piano economico per sostenere i giovani che vogliono crearsi una famiglia, dall’altro bisogna infondere loro «fiducia, spiegando che generare una vita non è qualcosa che scomoda. Quando arriva un bambino porta gioia a tutti, la vita è un dono preziosissimo di Dio dal primo momento all’ultimo – ancora le parole del vescovo -. Chiediamo al Signore cosa possiamo fare nel nostro piccolo per gettare le reti, aprire le nostre braccia e custodire chi ha bisogno».

Patrizia Lupo, responsabile operativa del Segretariato sociale per la vita di Roma A.p.s., dal 1985 incontra donne che vedono nell’aborto l’unica soluzione perché lasciate sole di fronte a una gravidanza inattesa. «L’interruzione di gravidanza è un tema ormai passato in secondo piano – ha detto -, bisogna riflettere sul valore sacro della vita dal concepimento fino alla morte naturale. Fondamentale è l’accoglienza e la vicinanza alle mamme che si trovano in difficoltà per vari motivi. Insieme possiamo superare gli ostacoli che possono impedire l’accoglienza di una nuova vita». Migliaia le donne incontrate in questi 37 anni e il pensiero di Patrizia va a una giovane nigeriana conosciuta qualche mese fa. Era già mamma di un bambino di 13 mesi quando ha scoperto di aspettare il secondo figlio. La mancanza di un lavoro stabile, la difficoltà a pagare le bollette e l’affitto, hanno indotto il compagno della donna a metterla davanti a una scelta: o lui o il bambino. Lei ha deciso di portare avanti la gravidanza e lui se ne è andato. Al momento è sostenuta dal “Progetto Gemma”, servizio che permette l’adozione prenatale a distanza di madri indigenti, che ricevono un sostegno economico per gli ultimi sei mesi di gravidanza fino al compimento del primo anno di vita del bambino. «Quando si attiva la solidarietà concreta le donne lasciate sole trovano la forza di dire sì alla vita – ha affermato Lupo -. Questa donna sapeva bene che il compagno l’avrebbe lasciata ma al tempo stesso sapeva che non sarebbe rimasta sola».

Don Stefano Cascio, parroco di San Bonaventura da Bagnoregio, dopo aver letto la testimonianza di Francesca, una ragazza affetta da una malattia rara che si esprime e scrive poesie aiutata dalla comunicazione facilitata, ha invitato la comunità a prendersi cura e a mettersi «a servizio di persone con disabilità, custodi di grande ricchezza e profondità». Ha inoltre annunciato che a breve sarà avviata una nuova raccolta fondi da destinare al “Progetto Gemma”. Durante la celebrazione poi monsignor Gervasi ha benedetto cinque mamme in dolce attesa e con don Dario Criscuoli, direttore del Centro per la pastorale familiare del Vicariato, ha consegnato gli attestati ai rappresentanti dei Centri di aiuto alla vita della diocesi di Roma che nel 2021 hanno contribuito alla nascita di 720 bambini.

7 febbraio 2022