Deceduto monsignor Gianni Todescato
Le esequie celebrate a Sant’Agnese in Agone dal vicegerente Filippo Iannone. L’omelia di monsignor Filippi: «Instancabile cercatore della bellezza del Vangelo»
Le esequie celebrate a Sant’Agnese in Agone dal vicegerente Filippo Iannone. Monsignor Filippi: «Instancabile cercatore della bellezza del Vangelo»
Un testimone e annunciatore della bellezza di Dio, di grande cultura e dal cuore buono e generoso. Chi lo conosce bene definisce così monsignor Giovanni Battista Todescato, per tutti don Gianni, stroncato da un infarto lo scorso 7 agosto all’età di 87 anni. Nato a Vicenza nel 1929, era stato ordinato presbitero nel 1951 a Vittorio Veneto. Nei primi anni Sessanta, giovanissimo, si era trasferito nella Capitale, senza mai perdere il caratteristico accento vicentino. Qui ha dedicato la sua vita alla cura dei parrocchiani. Per quasi 42 anni come parroco di Santa Chiara a Vigna Clara, dal 2001 in qualità di rettore della chiesa di Sant’Agnese in Agone a piazza Navona. Due incarichi vissuti con gioia e grande dedizione. Nel 1979 è arrivata anche la nomina come cappellano di Sua Santità.
Alle sue esequie – presiedute a Sant’Agnese dal vescovo Filippo Iannone, vicegerente della diocesi di Roma – a pronunciare l’omelia è stato monsignor Nicola Filippi, segretario particolare del cardinale vicario e parroco di San Roberto Bellarmino, che lo ha conosciuto da vicino a Santa Chiara dove dal 1995 al 2003 è stato vicario parrocchiale. Anni, quelli, spesi senza sosta per edificare la parrocchia nell’allora nascente quartiere di Vigna Clara, quando ancora una chiesa di mattoni non esisteva. Il lavoro infaticabile di don Gianni portò a un grande fermento spirituale e culturale, con la nascita tra le altre cose del cineforum “Due Pini” accanto alla chiesa e i concerti di musica classica.
Don Gianni era «un innamorato e instancabile cercatore» della bellezza del Vangelo, spiega monsignor Filippi. «Ne cercava le tracce nella musica, nell’arte, nella letteratura e nella filosofia, convinto che nelle espressioni del genio umano e nelle riflessioni dell’intelligenza si potevano trovare i segni del rivelarsi di Dio all’uomo». Da questa consapevolezza scaturivano le sue omelie, «radicate nell’oggi e con riferimenti alla vita di tutti i giorni». Come un «padre premuroso», riusciva a trovare le parole giuste per parlare a grandi e piccini. E da bravo pastore ha sempre camminato «davanti a tutti per indicare il cammino da percorrere».
Dopo l’esperienza intensa vissuta a Santa Chiara, allo stesso modo, si è speso anima e corpo a Sant’Agnese in Agone. Su sua iniziativa, ad esempio, nel 2003 è nata l’associazione culturale “Musica a Piazza Navona – Sagrestia del Borromini” per risvegliare l’amore per la musica da camera. Ma oltre che cercatore, della bellezza don Gianni fu anche testimone e annunciatore. «Tutto era conservato nel suo cuore buono e generoso – prosegue monsignor Filippi – sempre aperto a raccogliere confidenze, sfoghi, la confessione dei peccati, e sempre con una parola di incoraggiamento e misericordia». Un modello di vita sacerdotale a cui guardare e «un testimone dell’accoglienza incondizionata di Dio». Quello stesso Dio che ora, certamente, lo avrà accolto nella vita immortale e nella bellezza senza fine.
5 settembre 2016