Gaza, le organizzazioni umanitarie: «Il carburante è esaurito»
Le Agenzie Onu: catastrofe umanitaria «di proporzioni inimmaginabili». Save the Children: «Ospedali e strutture sanitarie sull’orlo dell’interruzione totale dei servizi»
«Le riserve di carburante fondamentali per le operazioni di aiuto sono esaurite, causando l’interruzione completa della limitata assistenza fornita a Gaza nelle ultime settimane». A lanciare l’avvertimento sono le organizzazione umanitarie che operano a Gaza, tra cui Save the Children. L’Agenzia Onu per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi in Medio Oriente (Unrwa) e l’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) hanno annunciato già lunedì 13 novembre che l’ultimo serbatoio di carburante si è esaurito, rendendo impossibile una risposta alla popolazione e accelerando l’aggravarsi dell’attuale catastrofe umanitaria, che rischia di diventare «di proporzioni inimmaginabili».
A rilanciare l’sos delle organizzazioni umanitarie è Save the Children. «Gli ospedali e le strutture sanitarie, già gravemente paralizzati e in molti casi assediati e sottoposti a frequenti attacchi, si trovano sull’orlo dell’interruzione totale dei servizi, incapaci di fornire anche l’assistenza medica di base ai pazienti gravemente malati e feriti – denunciano -. Senza carburante, le morti prevenibili già previste a causa degli ostacoli all’accesso sanitario subiranno una crescita esponenziale, così come la sofferenza della popolazione. I due restanti impianti di distribuzione dell’acqua cesseranno di funzionare nelle prossime ore, lasciando 2,2 milioni di persone senza acqua potabile».
Questa, proseguono dall’organizzazione, «non solo è una punizione collettiva e una violazione dei diritti umani fondamentali ma è una tragedia annunciata in termini di salute pubblica, perché comporterà che né rifiuti né liquami saranno rimossi. La popolazione di Gaza, che già sopporta difficoltà indicibili, si trova ora ad affrontare una grave aumento dei rischi sanitari, tra cui epidemie di malattie trasmesse dall’acqua». E ancora, «senza carburante, i pochi camion di aiuti arrivati nelle ultime settimane – l’unica ancora di salvezza rimasta a Gaza per la consegna di beni essenziali salvavita – sono completamente fermi. Inoltre, senza carburante per i generatori elettrici delle reti di comunicazione, ci aspettiamo un altro black out completo delle stesse e un’interruzione di ogni collegamento con i colleghi umanitari, senza alcuna previsione su quando potranno essere ripristinate».
La richiesta delle organizzazioni, rivolta a tutte le parti, è a «riconoscere e rispettare i propri obblighi previsti dal diritto internazionale. Questi includono il dovere di garantire la fornitura di assistenza umanitaria e la protezione dei diritti dei civili. La decisione del governo israeliano di negare e limitare beni essenziali come elettricità, acqua, internet, connessioni telefoniche e, soprattutto, carburante, costituisce una violazione di tali obblighi. La comunità internazionale – proseguono – deve agire in maniera congiunta e con risolutezza per garantire il flusso ininterrotto di aiuti e il carburante necessario per fornirli, salvaguardando la dignità e i diritti di tutti i civili colpiti. Gli ostacoli a una risposta umanitaria adeguata ed efficace devono essere affrontati attraverso un’azione diplomatica urgente. È necessario agire in modo immediato e decisivo per evitare un completo collasso umanitario a Gaza».
15 novembre 2023