Gli adolescenti e il Covid-19
Il neuropsichiatra Vicari (Bambino Gesù) fa il punto sulla salute mentale dei ragazzi, su cui la pandemia ha agito come un "detonatore". «Per fare prevenzione abbiamo bisogno di genitori che siano educatori e di una scuola che lavori sulle conoscenze». L'appello: «Vacciniamo i nostri figli»
«C’è bisogno di una politica sanitaria che punti alla salute mentale e che si faccia carico dell’emergenza educativa dei ragazzi. Per fare prevenzione abbiamo bisogno di genitori che siano educatori e di una scuola che lavori sulle conoscenze». A sottolinearlo è Stefano Vicari, responsabile dell’Unità di Neuropsichiatria dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, nel corso del webinar dal titolo “Gli adolescenti e il Covid-19. L’impatto della pandemia sul benessere mentale dei ragazzi”, trasmesso venerdì 17 dicembre sul canale YouTube dell’Istituto di Psicologia dell’Università Pontificia Salesiana, che ne ha promosso l’organizzazione.
Sullo sfondo, l’omonimo libro scritto dal neuropsichiatra infantile, che ha indicato la pandemia come «la punta di un iceberg, un vero e proprio detonatore di situazioni già note da tempo». Infatti, il 10- 20% dei bambini e adolescenti nel mondo vive un disturbo mentale che non è necessariamente cronico, tuttavia l’aspetto drammatico è che «gran parte di questa popolazione, anche nei Paesi occidentali, non è in grado di ricevere, per problemi di organizzazione sanitaria, gli aiuti necessari». Tra l’altro, la percentuale di adolescenti in questione «è molto vicina a quella che troviamo tra gli adulti: questo significa che la maggior parte dei disturbi mentali inizia in età evolutiva». Come il disturbo del comportamento, che può presentarsi già dai cinque anni, o quello da uso di sostanze, che ormai compare sempre più precocemente. Anche la schizofrenia, «con il suo alto impatto sociale, non interessa solo gli adulti e tende a manifestarsi in adolescenza o addirittura in preadolescenza», ha aggiunto Vicari, ricordando come la sofferenza mentale sia legata molto spesso a un «abbandono scolastico, a un ritiro sociale, soprattutto se esistono condizioni di disabilità di vario tipo».
A questo punto lo specialista ha posto l’accento sulle condizioni che possono favorire un disturbo neuropsichiatrico: dai fattori biologici e di vulnerabilità genetica ai fattori psicologici, come la mancanza di autostima, fino ad arrivare a quelli sociali, che riguardano il rapporto con i coetanei, con la famiglia e l’attività scolastica. Aspetti di una quotidianità duramente colpita dall’emergenza pandemica, la quale «ha determinato e continua a determinare nei bambini e ragazzi – i grandi dimenticati – uno stress continuativo legato alla chiusura e riapertura delle scuole, alla limitazione delle occasioni di socializzazione». Diversi dati scientifici dimostrano, ha precisato Vicari nel corso del webinar – moderato dallo psicologo Alessandro Ricci e introdotto dal professore della Salesiana Zbigniew Formella -, «l’insorgere di casi di irritabilità, disattenzione, agitazione, disturbi del sonno e paura. In particolare, negli adolescenti è comparsa una certa sfiducia e incertezza verso il futuro». Quindi l’appello del professore: «Vacciniamo i nostri figli, perché solo così riusciremo a garantire loro un ritorno alla socialità».
L’impatto significativo che le misure restrittive hanno generato sulla salute mentale dei più giovani è testimoniato anche dai dati dell’Ospedale Bambino Gesù: «Quest’anno chiuderemo con circa il 30% in più dei ricoveri fatti da noi – ha riferito lo specialista -. La buona notizia è che, tra maggio 2019 e gennaio 2021, i tentativi di suicidio e i suicidi sono in leggera diminuzione, ma aumentano forme di espressione della sofferenza psicologica in modo anche devastante, come può essere l’autolesionismo». Da qui l’importanza della prevenzione: «Come comunità educante dobbiamo porci il tema di come far crescere nel benessere mentale i nostri figli – è la conclusione di Vicari -. Per avere ragazzi solidi, capaci di affrontare le sfide di un periodo difficile, dobbiamo cominciare da subito puntando sull’autonomia».
20 dicembre 2021