I corridoi umanitari portano in Italia altri 43 profughi siriani

Sono arrivati a Fiumicino da Aleppo, Homs, Raqqa e Edlib. Impagliazzo (Sant’Egidio): «Il frutto della pace è l’accoglienza che viviamo oggi». Giro (Esteri): «La guerra in Siria è lo scandalo di questo secolo»

«Viva la pace, viva l’Italia e viva i corridoi umanitari!». Con parole piene di entusiasmo, abbracci e stretti di mano per tutti, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha accolto stamattina, 27 marzo, 43 profughi siriani all’aeroporto di Fiumicino, arrivati a bordo di un volo partito da Beirut grazie ai corridoi umanitari. Un’iniziativa attiva in Italia dal 2016, promossa da Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia e Tavola valdese, con la collaborazione dei ministeri dell’Interno e degli Esteri.

Sono atterrati uomini, donne, ma soprattutto tanti bambini – più di un terzo -, originari di Aleppo, Homs, Raqqa e Edlib. Ad accoglierli, al Terminal 3 dello scalo romano, un ramoscello d’ulivo e il libro “L’italiano per amico”, dono della Comunità di Sant’Egidio per iniziare subito il percorso di integrazione. I profughi saranno accolti in diverse città italiane. «Il frutto della pace che abbiamo in Europa – ha detto Impagliazzo dando loro il benvenuto – è l’accoglienza che noi viviamo oggi. Nella vostra cultura l’ospitalità è fondamentale e oggi lo è anche per noi, e deve diventarlo sempre più nella cultura europea. Ma l’ospitalità è possibile se c’è la pace». Perché il «frutto della guerra – ha proseguito – è che tante persone devono forzatamente andare via da casa loro. Per questo noi siamo per la pace, lavoriamo ogni giorno per la pace, preghiamo per la pace. Da un Paese in pace – ha concluso il presidente di Sant’Egidio -– vi diciamo benvenuti, benvenuti nuovi cittadini nel nostro Paese, le nostre comunità vi accoglieranno. Troverete un futuro qui. Vi chiediamo di lavorare sempre con noi per la pace, perché è l’unica garanzia che tutti trovino un posto dignitoso nella vita».

Parole dure contro tutti i conflitti anche quelle pronunciate da Mario Giro, vice ministro degli Esteri nel governo Gentiloni: «La guerra in Siria è lo scandalo di questo secolo, perché non è stata fermata. Il nostro nemico è la guerra. Sono preoccupato perché spesso si sparla di guerra come di una cosa normale. Ma la guerra non è normale, la pace è normale. Per questo lo dico a tutti gli italiani: manteniamo la pace nel nostro Paese perché possa esserci pace per tutti».

27 marzo 2017