Il “decalogo” sul coronavirus diffuso dallo Spallanzani
Il documento realizzato da ministero della Salute e Iss inserito in uno con le informazioni più aggiornate e le fonti per approfondimenti
Lavarsi spesso le mani. È il primo dei consigli contenuti nel “decalogo” per prevenire l’infezione da coronavirus realizzato da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità – in collaborazione con la Conferenza Stato – Regioni -, inserito in un documento con le informazioni più aggiornate e le fonti per approfondimenti diffuso dall’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”. Seguono, tra le precauzioni, evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani. E ancora: coprire bocca e naso se si starnutisce o si tossisce; non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico; pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol; usare la mascherina solo se si sospetta di essere malati o si assistono persone malate; contattare il numero verde 1500 se si ha febbre o tosse e si è tornati dalla Cina da meno di 14 giorni.
Siamo al lavoro per garantire i massimi livelli di sicurezza. Il nostro Servizio sanitario nazionale è attrezzato per fronteggiare l’emergenza #coronavirus e la collaborazione dei cittadini è preziosa.
Il decalogo in collaborazione con @istsupsan ⤵️#coronavirusitalia #covid19 pic.twitter.com/CcUep6zC16
— Ministero Salute (@MinisteroSalute) February 22, 2020
Al momento, si legge nel testo, non ci sono terapie specifiche: la malattia si cura come i casi di influenza grave, con terapie di supporto (antifebbrili, idratazione), ma contrariamente all’influenza non sono disponibili antivirali specifici. Nei casi più gravi ai pazienti viene praticato il supporto meccanico alla respirazione. Sulla base dei dai disponibili, l’Oms ha suggerito una terapia antivirale sperimentale, correntemente utilizzata anche allo Spallanzani per i tre pazienti positivi al virus. Non esiste alcun vaccino per il coronavirus; il primo, ha annunciato, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, potrebbe essere pronto tra diciotto mesi. I casi registrati in Italia sono al momento tre. In caso di emergenza, l’Italia è pronta: da anni è attiva «una capillare rete di sorveglianza delle gravi infezioni respiratorie acute».
19 febbraio 2020