Immigrazione, codice della strada e scuola: le nuove norme varate dal Cdm
I decreti approvati nella riunione del 18 settembre: sale dai 6 a 18 mesi il tempo massimo di trattenimento nei Centri per il rimpatrio, la cui rete viene potenziata. Il ddl sulla sicurezza stradale e sul voto in condotta, all’insegna della linea dura
Immediatamente operative le norme varate ieri, 18 settembre, dal Consiglio dei ministri, che stabiliscono l’estensione da 6 a 18 mesi del tempo massimo di trattenimento dei migranti nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr) degli immigrati non richiedenti asilo. L’obiettivo: bloccare le partenze e riportare a casa chi, comunque, riesce a sbarcare nel nostro Paese. Ancora, si stabilisce che con un dpcm, su proposta del ministro della Difesa, sarà varato un piano per la costruzione da parte del Genio militare di ulteriori Centri, «da realizzare in zone scarsamente popolate e facilmente sorvegliabili», si legge nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi, in modo da non creare «ulteriore disagio e insicurezza nelle città italiane». Al momento infatti i Cpr in Italia sono 9, per un totale di soli 493 ospiti complessivi, dato che il decimo, quello di Torino, è stato chiuso.
Le nuove misure, controverse sia sotto il profilo giuridico che sotto quello sociale, sono state inserite nel cosiddetto “decreto Sud”, approvato nella riunione del 7 settembre scorso ma non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Quindi il Consiglio dei ministri ha nuovamente deliberato sul testo del decreto-legge così integrato. Una volta pubblicato sulla Gazzetta e in attesa della conversione da parte delle Camere il nuovo testo sarà comunque subito in vigore. Nel prossimo Cdm poi, annunciano dal governo, ci sarà un altro decreto con la stretta sui falsi minorenni e canali differenziati per l’ingresso di donne, bambini e under 14.
La premier Giorgia Meloni – che domenica 17 settembre si era recata a Lampedusa con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – parla di «soluzioni concrete alla forte pressione» che ha portato già 130mila arrivi in Italia nel 2023, commentando anche il piano in 10 punti presentato dalla Commissione, «perfettamente in linea – afferma – con quel cambio di paradigma che questo governo ha sostenuto fin dal suo insediamento e che ora si è affermato a livello europeo». Valea a dire, la difesa dei confini esterni dell’Unione e lo stop “a monte” dei trafficanti di esseri umani e «dell’immigrazione illegale di massa». L’esecutivo ora, annuncia, seguirà «con grande attenzione, passo dopo passo, gli impegni che l’Europa si è assunta con l’Italia, a partire dall’impegno per sbloccare in tempi rapidi le risorse previste dal Memorandum con la Tunisia».
È invece un disegno di legge – e quindi entrerà in vigore solo dopo il normale iter parlamentare, al via presumibilmente in ottobre – il provvedimento dedicato al codice della strada, licenziato in via preliminare a giugno e tornato in Cdm dopo il parere della Conferenza unificata, che ha proposto alcune modifiche. Anzitutto, si inaspriscono le sanzioni per chi usa il cellulare alla guida senza auricolari o senza modalità in viva voce: multa fino a 1.697 euro, 2 mesi senza patente e 10 punti, alla prima violazione. L’esborso salirà fino a quasi 2.600 euro per i recidivi. L’obiettivo infatti è convincere a rispettare le regole, con sanzioni sempre più dure con il ripetersi delle violazioni. La sanzione amministrativa poi aumento fino a 1.084 euro, con sospensione della patente da 15 a 30 giorni, esclusivamente nei casi in cui la stessa persona commetta la violazione dei limiti di velocità all’interno del centro abitato per almeno due volte nell’arco di un anno. Una misura sollecitata in particolare dai sindaci. Aumentate anche le multe per chi parcheggia nei posti riservati ai disabili.
Approvata dal Consiglio dei ministri anche la delega per la revisione del Codice della strada, oltre al ddl sulla sicurezza stradale. Due interventi bandiera del ministro dei Trasporti Matteo Salvini, a cui sono andati i ringraziamenti della presidente del Consiglio Meloni, che ha parlato di provvedimenti «quanto più urgenti», viste le «troppe morti, anche di giovani ragazzi, sulle nostre strade». Di qui la volontà di arrivare all’approvazione definitiva del testo entro la fine dell’anno. Per fermare la strage, dunque, il governo vuole «tolleranza zero per chi guida drogato o ubriaco» – sono ancora le parole di Meloni -, introduce il divieto assoluto di assumere alcolici a seguito di condanne per reati specifici e l’obbligo di installare un “alcolock”, un dispositivo che impedisce al motore di accendersi se il tasso alcolemico del conducente è superiore allo zero.
Stretta anche sui neopatentati, a cui sono interdette per 3 anni le auto di grossa cilindrata, e sui monopattini, per i quali scatta l’obbligo di casco, targa e assicurazione. Non solo. All’interno del provvedimento, anche lo «stop agli autovelox selvaggi, usati solo per fare multe», afferma il ministro Salvini: le nuove regole, spiega, vanno verso «una definizione stringente sulle specifiche tecniche degli apparecchi e sul loro posizionamento».
Via libera dal governo infine anche al disegno di legge che riforma gli istituti tecnici e professionali e stabilisce la revisione della disciplina in materia di valutazione del comportamento degli studenti a scuola. L’obiettivo, spiegano, sarebbe quello di un’approvazione parlamentare in tempi tali da consentirne l’applicazione sin dall’anno scolastico 2024-25. Dalla premier Meloni, parole di elogio per il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara per la riforma della istruzione tecnico professionale, «molto attesa dalla scuola italiana, dall’opinione pubblica e dalle forze produttive. Si tratta di una riforma che rende competitiva la filiera della istruzione tecnica e professionale – osserva -, trasformandola in un percorso formativo di serie A e collegandola con il mondo del lavoro e dell’impresa. Offriamo così importanti opportunità lavorative ai nostri giovani e rendiamo più competitivo il nostro sistema produttivo».
In concreto, la filiera, si legge nella nota di Palazzo Chigi, sarà costituita «dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli Its Academy», gli istituti tecnologici superiori ad alta specializzazione post-diploma, «dai percorsi di istruzione e formazione professionale e da quelli di istruzione e formazione tecnica superiore». Anche le Regioni potranno aderire. Si prevede inoltre «la creazione di un’unica offerta di istruzione e formazione, anche mediante la possibilità di costituire le reti (campus), a cui potranno aderire, oltre alle istituzioni formative sopra citate, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, le Università, gli istituti Afam, e anche altri soggetti pubblici o privati». La «principale novità», rivendicano dal governo, è l’articolazione del percorso di studi tecnico-professionali in quattro anni: gli studenti in possesso di un diploma professionale conseguito a seguito di un percorso di durata almeno quadriennale potranno iscriversi direttamente ai percorsi Its Academy.
Il ddl interviene infine anche sulle regole per il voto in condotta, espresso in decimi. Al di sotto del 6 sia nella secondaria di primo grado che in quella di secondo grado i consigli di classe dovranno deliberare la bocciatura o la non ammissione all’esame conclusivo. Con il 6 lo studente dovrà preparare «un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale da trattare in sede di colloquio dell’esame di Stato», viene spiegato nel comunicato di Palazzo Chigi. In ogni caso, «il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti dello scrutinio finale sarà attribuito soltanto se il voto di comportamento sia pari o superiore a nove decimi».
La valutazione del comportamento, insomma, diventa strumento contro atti di violenza e bullismo a scuola, con un voto che inciderà in maniera significativa nella valutazione complessiva di uno studente. L’assegnazione del 5, e quindi la conseguente bocciatura, viene specificato, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del Regolamento di Istituto. E per quanto riguarda la sospensione, fino a 2 giorni non prevedrà l’allontanamento dalla scuola ma al contrario le lezioni in classe, più impegno e più studio. Qualora la sospensione superi i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate, attività che potrà proseguire se lo stabilirà il consiglio di classe.
19 settembre 2023