In Europa l’economia rallenta

Presentate dal commissario all’Economia Gentiloni le Previsioni d’inverno. Pesano Omicron e prezzi dell’energia. «Basi solide per l’Italia», ma il Pil passa dal 6,5% al 4,1

«I venti contrari si sono intensificati». Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni ha presentato questa mattina, 10 febbraio, a Bruxelles le Previsioni economiche d’inverno, che coprono tutto il 2023. Un’istantanea su un’economia che rallenta, frenata da Omicron e dalle relative misure di contenimento della pandemia, oltre che dal prezzo dell’energia. «Venti contrari», appunto, intensificatisi soprattutto nell’ultima parte dal 2021, frenando lo slancio della ripresa. «Dopo una notevole espansione del 5,3% nel 2021, l’economia dell’Ue crescerà del 4,0% nel 2022 e del 2,8% nel 2023 – ha anticipato Gentiloni -. Anche la crescita nell’area dell’euro è prevista al 4,0% nel 2022, con una moderazione 2,7% nel 2023».

Complessivamente, l’Ue ha raggiunto il livello di Pil pre-pandemia nel terzo trimestre del 2021 «e si prevede che tutti gli Stati membri avranno superato questo traguardo entro la fine del 2022». Restano tuttavia un’inflazione decisa (3,5%) e un contesto internazionale piuttosto rallentato, con un Pil mondiale dato al 4,2% nel 2022 e al 3,8 il prossimo anno. Positivo il dato sul lavoro, nel quale «siamo tornati alla situazione pre-pandemia, con un livello di disoccupazione nell’Ue al 6,4%». Vale a dire, si sono recuperati 1,8 milioni di posti, ma restano milioni di persone fuori dal mercato del lavoro, soprattutto fra i giovani.

Non mancano, nel discorso del commissario all’Economia, parole di speranza. «I fondamentali restano solidi – ha affermato -, per cui possiamo aspettarci che l’economia riprenderà vigore». Inevitabilmente «la crescita continua a essere influenzata dalla pandemia, con molti Paesi dell’Unione sotto pressione a causa di una combinazione di maggiore pressione sui sistemi sanitari e carenza di personale», in fabbriche, uffici e negozi a causa di malattie, quarantene precauzionali o doveri di assistenza. «Anche le strozzature logistiche e di approvvigionamento, inclusa la carenza di semiconduttori e di alcune materie prime metalliche, continueranno a pesare sulla produzione, almeno per tutta la prima metà dell’anno», si legge nel testo delle Previsioni. Non solo: «I prezzi dell’energia dovrebbero rimanere elevati più a lungo del previsto nelle previsioni d’autunno, esercitando così un freno più protratto sull’economia e maggiori pressioni inflazionistiche. Dopo il forte rimbalzo dell’attività economica iniziato nella primavera dello scorso anno e proseguito senza sosta fino all’inizio dell’autunno, si stima che la dinamica di crescita nell’Ue sia rallentata allo 0,4% nell’ultimo trimestre del 2021, dal 2,2% del trimestre precedente».

Per quanto riguarda l’Italia, Gentiloni ha parlato di «basi solide» per l’economia nazionale, «tornata quasi ai livelli pre-crisi. La domanda interna – ha spiegato – è destinata a rimanere il pilastro principale dell’espansione della produzione», con il Piano di ripresa e resilienza in grado di far «aumentare gli investimenti». Secondo gli studi di Bruxelles, il Prodotto interno lordo dell’Italia è cresciuto del 6,5% nel 2021 mentre la crescita dovrebbe collocarsi al 4,1% nel 2022 e il 2,3% nel 2023.

10 febbraio 2022