In Somalia 400mila sfollati per le inondazioni

L’arrivo delle piogge dopo cinque stagioni di siccità. L’sos del rappresentante Unicef: «A un passo da un’altra catastrofe umanitaria». Mancano cibo, acqua e alloggi

In Somalia e negli altri Paesi della regione è alto il rischio di una nuova «catastrofe umanitaria». L’allarme arriva dal rappresentante Unicef Wafaa Saeed: «Nel settembre dello scorso anno – ricorda – parlavamo dell’impatto devastante che la siccità in Somalia stava avendo su bambini e famiglie. Il Paese aveva attraversato cinque stagioni consecutive di mancate piogge e stava affrontando la sesta. La dichiarazione di carestia, che era stata prevista l’anno scorso e che avrebbe rappresentato una conferma dei nostri peggiori timori per i bambini, è stata fortunatamente scongiurata. Tuttavia – prosegue -, per un’ironia amara ma forse inaspettata, l’arrivo delle piogge ha portato miseria a molti bambini e famiglie». Il risultato: a causa delle inondazioni in Somalia quest’anno si contano già oltre 400mila sfollati. E «se le forti piogge dovessero continuare in Somalia e sugli altopiani etiopici per tutta la stagione in corso, le inondazioni improvvise e fluviali potrebbero colpire fino a 1,6 milioni di persone», avverte Saeed.

Il rappresentante Unicef riferisce di una visita, nei giorni scorsi, nella città di Beletweyne, regione di Hiran, «dove le inondazioni hanno fatto sfollare quasi il 90% dei residenti. Le famiglie sfollate a causa delle inondazioni hanno un accesso limitato a beni di prima necessità come cibo, acqua potabile e alloggi -spiega -. Ho incontrato alcuni di loro che attualmente vivono in rifugi temporanei e mi hanno detto di essere abituati alle inondazioni, ma mai di questa portata e gravità. Le loro case e latrine sono state danneggiate, le scuole e le strutture sanitarie sono state chiuse, hanno perso il loro reddito giornaliero e alcuni stanno tornando a saltare i pasti o a chiedere prestiti ai negozi. Circa 12 villaggi sono completamente isolati e possono essere raggiunti solo in barca».

In questo contesto, il livello dei bisogni è più alto rispetto a quanto il governo locale e le agenzie come Unicef stanno già facendo in termini di assistenza. «Con tante sofferenze che dominano i titoli dei giornali, l’attenzione del mondo è stata distolta, e questo andrà a scapito dei bambini di Paesi come la Somalia – denuncia Saeed -. Mentre ci avviciniamo a giugno, il piano di risposta umanitaria per la Somalia è finanziato solo al 26%. Il settore Acqua, igiene e servizi igienico-sanitari del piano è finanziato per circa l’11%, mettendo così a rischio la fornitura di acqua sicura e servizi igienico-sanitari in un momento di alto rischio di epidemia di malattie come il colera e la malaria. Ora è il momento che la comunità internazionale prosegua il sostegno, lo aumenti e non si spenga – esorta -. La Somalia e gli altri Paesi della regione sono a un passo da un’altra catastrofe umana, che ancora una volta si misurerà con le vite e il futuro dei bambini».

31 maggio 2023