Junior Tim Cup: per N.S. di Guadalupe è quasi podio
L’oratorio don Guanella di Napoli vince l’edizione 2017. All’Olimpico, prestazione convincente per la parrocchia di Monte Mario
L’oratorio don Guanella di Napoli vince l’edizione 2017. Prestazione convincente per la parrocchia di Monte Mario
Alla fine, è stato l’oratorio Don Guanella di Napoli ad alzare la coppa sotto il cielo dell’Olimpico. È terminata così una giornata intensa ed emozionante, quella di giovedì primo giugno, per le 16 squadre finaliste del torneo di calcio a 7 Under 14, promosso da Lega Serie A, Tim e Csi. Dopo i gironi di qualificazione, disputati nella mattinata, nel pomeriggio sono scese in campo quattro delle 16 squadre vincitrici delle fasi locali del torneo. A contendersi il terzo e il quarto posto si sono affrontati l’oratorio salesiano di Sassari e la parrocchia Santa Maria a Ponterosso di Firenze, con quest’ultima che si è aggiudicata il match conclusosi con il risultato di 3-1. Tutti i ragazzi sono stati premiati da don Alessio Albertini, Consulente ecclesiastico nazionale del Csi, Marco Brunelli, direttore generale della Lega Serie A e Cristiano Habetswallner, responsabile sponsorship di Tim.
Si è fermata a un passo dalla semifinale, invece, la squadra romana della parrocchia Nostra Signora di Guadalupe a Montemario. I ragazzi hanno lottato su ogni palla con grinta e determinazione. Andrea Baldacci, 46 anni, li ha guidati dalla panchina. Allena i ragazzi di “Guadalupe” ormai da 7 anni. Li ha visti crescere, tecnicamente e umanamente: «Sono stati bravissimi – dice ancora emozionato – perché hanno saputo gestire l’ansia che questo stadio (l’Olimpico n.d.r.) inevitabilmente trasmette». Nella fase finale, la squadra di mister Baldacci ha vinto due partite, uscendo poi per un goal in uno scontro diretto. Ai punti, sono arrivati a pari merito con il Palermo ma sono stati i siciliani ad accedere alle fasi successive.
«Hanno fatto una bellissima prestazione e, cosa più importante, si sono divertiti – aggiunge il coach -. Solo adesso ho iniziato a vedere qualche sorriso; avevano un po’ tutti i musi lunghi per la partita persa che ci ha condannato a non fare la semifinale». Ma fa parte del gioco, ripete ai suoi Baldacci, «si vince, si perde e va bene così. Siamo arrivati a giocarcela in questo stadio stupendo partendo dall’oratorio, dalla nostra fede. È bello avvicinarsi a Gesù anche in questo modo».
A Nostra Signora di Guadalupe sono oltre 90 i tesserati (dagli 8 anni alla soglia dei 20) con il Centro Sportivo Italiano. Crescono a pane e calcio i ragazzi di Monte Mario; sulla collina, quando durante le partite il vento soffia dalla direzione giusta, si sentono i cori dei tifosi provenienti dal non lontano stadio Olimpico. Poco distante da via Trionfale, il campo di calcetto sorge dietro la Chiesa dalla facciata rossa. È il vanto del parroco, monsignor Gianfranco Mammoli, che un anno fa lo ha rimesso a posto. Sullo stesso campo, nel 1976, don Gianfranco fu ordinato sacerdote: «Eravamo in troppi per entrare tutti in chiesa», ricorda il sacerdote.
Gli allenamenti, per i giallo-rossi di Guadalupe (rosso scarlatto, «non come quello della Roma» tengono a precisare), sono settimanali. E ogni settimana, dice don Gianfranco «io o il viceparroco facciamo delle “invasioni di campo” con la preghiera»; lo sport «è educativo anche cristianamente». Nel dirsi molto contento dei risultati agonistici dei suoi ragazzi, il parroco tira loro un poco le orecchie: «Sono fedeli al pallone, un pochino di meno a Gesù – dice con un sorriso -. È Lui l’unico allenatore valido che ci assicura l’“obiettivo salvezza”, ma quella con la “s” maiuscola».
5 giugno 2017