La magia di Fellini visionario
La nipote Francesca Fabbri, autrice di un corto sul grande regista: ««Ha anticipato i tempi, ha cambiato il cinema» Il centenario anche nel 2021»
Francesca Fabbri Fellini è la nipote di Federico, figlia della sorella Maddalena. Alla recente edizione della Festa di Roma, nell’ottobre scorso, Francesca ha presentato la sua opera prima nella quale offre una visione narrativa dei propri ricordi. Si tratta di “La Fellinette”, un corto nel quale l’autrice racchiude tutte le variegate e talvolta sfuggenti suggestioni raccolte in momenti diversi a contatto con il celebre zio. Abbiamo raggiunto Francesca per sentire dalla sua voce come è nata questa opera.
Francesca, come nasce l’idea di dedicare un film a tuo zio?
In una notte di maggio del 2019 ho fatto un sogno, un bellissimo sogno, dove vedevo in movimento la piccola Fellinette, un disegno che lo zio Federico mi ha fatto dopo una passeggiata sulla spiaggia di Rimini quando io avevo 5 anni. Ho visto nel sogno questa bambina che viveva una favola: da li è arrivata l’ispirazione, il germoglio di questo mio cortometraggio.
Come hai lavorato, in sede di sceneggiatura, alla scelta degli ambienti e dei personaggi?
Si tratta di un cortometraggio, per così dire, “ibrido”, a tecnica mista, parte in animazione parte in live action. Quindi è stato fatto uno storyboard realizzato dal mio aiuto regista, Federico Perricone. Lui con abilità ha riversato sulla carta il materiale che poi, insieme ai disegni originali fatti dallo zio Federico della Fellinette, è stato dato ai ragazzi dello studio Ibrido di Torino che hanno sviluppato l’animazione per un lavoro che è durato tre mesi.
Molti passaggi del “corto” rimandano a ricordi che rappresentano citazioni di film felliniani. La memoria del grande riminese trova soluzione visiva nel corto stesso.
Ci sono tante citazioni e tanti omaggi: il pontile dei “Vitelloni”, la spiaggia di Rimini dove appare il Grand Hotel; c’è l’altalena dove tutti ci facevamo una foto; “La strada”, il film che ho visto per primo a 8 anni e amo particolarmente, comincia e finisce sulla spiaggia, sul mare. Ci sono i clown, il circo, Pinocchio, la luna. Ma lo spettatore va lasciato libero di trovare tutti gli altri riferimenti. Ho immaginato il corto come un grande omaggio a Charlie Chaplin. Io dico sempre che la storia del cinema ha una prima parte firmata Charlie Chaplin e una seconda firmata Federico Fellini.
Quali sono stati i tuoi collaboratori sul set?
Blasco Giurato, direttore della fotografia di “Nuovo Cinema Paradiso”, che era con Fellini operatore alla macchina in “I clowns”. Poi i ragazzi diplomati in animazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Torino nel 2012; le musiche di Andrea Guerra. Quindi gli attori, Ivano Marescotti, Milena Vukotic, Sergio Bustric, dalla stupenda professionalità, felliniani fino in fondo.
Il centenario felliniano sta volgendo al termine (20 gennaio 1920). Quale eredità per il terzo millennio lascia Federico Fellini alle nuove generazioni?
La notizia importante è che il centenario proseguirà per tutto il 2021. Sarà molto importante per il mio corto che viaggerà nei Festival internazionali, con un occhio rivolto ai Premi Oscar. Con il Covid 19 c’è stato uno schiacciamento di manifestazioni, mostre ed eventi. L’apertura a Rimini del Museo dedicato allo zio Federico all’interno del Castello Sigismondo sarà nel gennaio 2021 e in primavera ci sarà la grande mostra di Milano a Palazzo Reale. Federico Fellini è ancora di una attualità incredibile, è veramente il grande visionario che ha anticipato i tempi e cambiato per sempre la settima arte. Quando vado nelle scuole, dico sempre ai ragazzi: seguitelo, innamoratevi dei suoi film, della sua genialità, scegliete un titolo, vedetelo e rivedetelo, perché ogni volta scoprite qualcosa di nuovo. Zio Federico ha portato a casa 5 Oscar e ha gettato polvere di stelle sulla mia culla il giorno del mio battesimo, il 6 giugno 1965. Grazie a lui è nata la categoria del miglior film straniero.
23 novembre 2020