L’Aquila è la Capitale della cultura 2026

Il cardinale Petrocchi: «Non un privilegio ma un giusto riconoscimento». Il commissario straordinario Castelli: «Bellissima notizia per tutto l’Appennino centrale»

Assegnato ieri, 14 marzo, a L’Aquila il titolo di Capitale italiana della cultura 2026. «Non un privilegio accordato alla città ma un giusto riconoscimento dei molteplici “meriti” acquisiti nel corso della sua storia», commenta il cardinale arcivescovo Giuseppe Petrocchi, sottolineando che «la cultura non è limitata al solo ambito accademico, di cui la nostra università è insigne artefice, e neppure è circoscritta all’ammirevole patrimonio artistico e monumentale da cui l’intero territorio è impreziosito. Cultura è, anzitutto, formulazione di una visione del mondo che consente di elaborare e trasmettere una sapiente e fattiva “lezione di vita”».

Nell’analisi del porporato, le vicende storiche che hanno attraversato L’Aquile le ha dato la capacità di «esercitare un “magistero ideale ed esistenziale: in dimensione nazionale e mondiale». Non solo: «Il tesoro culturale che l’Aquila custodisce è radicato nei valori cristiani e umani che sono stati “collaudati” nella testimonianza di fiera resilienza e tenace creatività offerte davanti alle gravi sfide che varie epoche le hanno opposto». Un’eredità «spirituale, intellettuale, etica e sociale», insomma, in cui “brilla” la Perdonanza celestiniana, che – ricorda Petrocchi – ha motivato Papa Francesco, nella sua recente visita pastorale del 28 agosto 2023, a proclamare L’Aquila «Capitale di perdono, Capitale di pace e di riconciliazione».

Anche l’Unesco «ha onorato la nostra città – sono ancora le parole dell’arcivescovo -, iscrivendo la Perdonanza nel Patrimonio immateriale dell’umanità. Per queste ragioni – conclude – la nostra non è solo una città “tra” i monti, ma è diventata una città posta “sul” monte: in senso evangelico. Città che dall’altura culturale che ha faticosamente conquistato, può lanciare uno sguardo planetario e lasciarsi “guardare” da quanti amano costruire un modo migliore, più degno dell’uomo». Quindi l’augurio: «Vola sempre più in alto, L’Aquila!».

Di «bellissima notizia» parla anche il commissario straordinario al sisma 2016 Guido Castelli, in una dichiarazione diffusa poco dopo la designazione. Un riconoscimento «non solo per la città e il suo territorio, ma per tutto l’Appennino centrale». Castelli ricorda come «il capoluogo abruzzese, dopo il terribile sisma del 2009, abbia avuto la tenacia e la capacità di rialzarsi in piedi. La designazione odierna è un ulteriore, prestigioso, segnale di rinascita che questa splendida città merita. Sono certo che questo risultato porterà benefici non solo a L’Aquila, ma a tutto l’Appennino centrale».

Dal commissario straordinario anche il riconoscimento del lavoro fatto «dal sindaco Pierluigi Biondi, dalla sua amministrazione e da una filiera che, a partire dal presidente della Regione Marco Marsilio, in Abruzzo ha dimostrato di essere efficace e vincente».

15 marzo 2024