L’arcivescovo di Mosca Pezzi: «Pace e gioia possono venire solo da Cristo»
All’inizio dell’Avvento, la lettera indirizzata ai fedeli dell’arcidiocesi: l’invito a vivere nella «prospettiva dell’infinito» per non perdere «il gusto del presente»
Prende le mosse dal branco evangelico proposto dalla liturgia nella prima domenica di Avvento, l’arcivescovo di Mosca Paolo Pezzi, nella lettera inviata ai fedeli in apertura di questo tempo che prepara al Natale. «L’inizio di un nuovo anno liturgico – scrive – è un segno di rinnovamento, di novità, che deve entrare nella nostra vita». E, riferendosi al Vangelo di domenica scorsa, 27 novembre, evidenzia: «Siamo chiamati ad aspettare che Cristo entri nella nostra vita, come se fosse la prima volta». Vivendo con «prontezza di cuore», con il desiderio di incontrare Gesù in ogni istante della vita.
Il presule spiega anche come e dove incontrare Gesù, indicando alcuni «luoghi». Primo fra tutti: «I nostri cuori». Solo così, osserva, potrà nascere «un senso di pace, un senso di gioia, perché la pace e la gioia, soprattutto in questo nostro tempo difficile, possono essere date solo da Cristo». E propone anche una cartina di tornasole: quando «l’odio e persino l’antipatia verso le altre persone scompariranno, quello sarà un segno che Cristo si è stabilito nei nostri cuori».
Pezzi riflette, ancora, sul senso del tempo e sulla necessità di vivere nella «prospettiva dell’infinito» per non perdere «il gusto del presente». Se si vive senza l’infinito si spreca tempo, si spreca la vita, osserva, tornando sul senso dell’Avvento come un periodo «in cui troviamo il tempo per Cristo, per Dio», per accoglierlo con nuovo entusiasmo. Così, «la nostra presenza nella società sarà una presenza creativa, una presenza che porta speranza perché vivremo nella prospettiva della vita eterna», è la conclusione del messaggio.
29 novembre 2022