Morto Salvatore Mazza, vaticanista di Avvenire
Scomparso il 26 dicembre all’età di 67 anni a causa della Sla, diagnosticatagli nel 2017, che raccontava nella rubrica Slalom. I funerali al Sacro Cuore del suffragio, il 27 dicembre
«Arrivederci a gennaio, almeno spero. E buon Natale a tutti». Sono state queste le ultime parole consegnate da Salvatore Mazza l’8 dicembre alla sua rubrica Slalom, nella quale dal 20 settembre 2018 ogni 15 giorni dalla pagine di Avvenire, nell’inserto “è vita”, raccontava il suo viaggio dentro la Sclerosi laterale amiotrofica, che lo aveva colpito nel 2017. Fino a ieri, 26 dicembre, quando è morto, all’età di 67 anni.
Vaticanista di Avvenire e a lungo presidente dell’Aigav, l’associazione dei vaticanisti accreditati presso la Santa Sede, il suo percorso nel quotidiano della Conferenza dei vescovi era iniziato nel 1982, come collaboratore del settimanale diocesano Roma Sette. Poco dopo aveva cominciato a collaborare con le pagine della Cronaca di Roma e a metà degli anni ’80 era stato assunto, iniziando a occuparsi di informazione religiosa, insieme a Fabio Zavattaro (poi passato in Rai) e a Silvano Stracca. Seguendo il pontificato di Giovanni Paolo II e l’attività della Chiesa italiana, negli anni che videro alla presidenza Cei i cardinali Ugo Poletti e Camillo Ruini, non perse mai il gusto per la cronaca, che esercitava nell’analisi e nel racconto dei viaggi del Papa in Italia e all’estero.
Negli anni ’90 e poi dopo il Grande Giubileo del 2000 è stato presidente dell’Aigav. Appassionato di politica internazionale, seguiva con particolare interesse le vicende dei cattolici cinesi e vietnamiti, i rapporti ecumenici con il patriarcato di Costantinopoli e quello di Mosca e tutti gli sviluppi della perestrojka che portò agli storici incontri tra Giovanni Paolo II e Mikhail Gorbaciov. Vicecapo della redazione romana di Avvenire, lavorò a stretto contatto con il caporedattore Gianfranco Marcelli. Negli ultimi anni poi aveva guidato il rilancio del settimanale diocesano Lazio Sette, gettando le basi per far fare al progetto il passo successivo, secondo una visione sempre più ampia e a carattere regionale. Per le rubriche, oltre a Slalom curava anche un appuntamento settimanale di riflessione sui temi legati al pontificato, dal titolo “Su questa pietra”. L’ultima contributo, il 24 dicembre.
Sposato, due figlie, ha vissuto con il loro sostegno gli ultimi anni della malattia, nei quali non ha mai smesso di comunicare, seppure attraverso il puntatore oculare. Nel suo stile lucido, essenziale e anche ironico, come ricordano i colleghi di Avvenire. Al loro cordoglio si è unito, ieri, quello di Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Cei, a nome anche di chi l’ha preceduto nello stesso incarico e dei direttori e responsabili di tutti gli Uffici e dei Servizi della Conferenza episcopale italiana. Ma anche quello di Fulvia Massimelli e Alberto Fontana, rispettivamente presidenti di Aisla e Centri Clinici Nemo. «Proviamo grande dolore per la morte di Salvatore Mazza, giornalista raffinato che ha saputo raccontare in misura indimenticabile e senza retorica il viaggio complesso, faticoso, a tratti devastante di chi affronta la Sla – scrivono in una nota -. La sua ferace penna, sempre così lucida e ironica, è stata instancabile monito che ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni il bisogno di cura ed il diritto alla migliore assistenza delle famiglie che vivono la malattia – aggiungono -. La sua fede ha saputo cogliere i segni di bene che nascono nel condividere con delicatezza ed intelligenza la verità di noi stessi. La sua firma è stata per la nostra comunità una profonda testimonianza di consapevolezza, coraggio e amore per la vita. Oggi scompare un grande guerriero a cui tutta la comunità Sla è riconoscente».
I funerali si celebrano oggi, 27 dicembre, alle 15.30, nella chiesa del Sacro Cuore del Suffragio a Roma.
27 dicembre 2022