Padre Pio: il Papa riceve i Gruppi di preghiera del mondo
Francesco, nell’udienza giubilare di San Pietro, ha incoraggiato i gruppi di preghiera a essere «centrali di misericordia sempre aperte e attive»
Francesco, nell’udienza giubilare di San Pietro, ha incoraggiato i gruppi di preghiera a essere «centrali di misericordia sempre aperte e attive»
«Farò più rumore da morto che da vivo». La profezia di Padre Pio, a 48 anni dalla morte, continua ad avverarsi. Per Papa Francesco «è stato un servitore della misericordia a tempo pieno, praticando, fino allo sfinimento, l’apostolato dell’ascolto», diventando così «una carezza vivente del Padre». Parole cariche di devozione pronunciate dal Papa sabato 6 febbraio davanti ad 80 mila fedeli giunti a San Pietro per l’udienza speciale giubilare con 2.500 gruppi di preghiera di Padre Pio provenienti da tutta Italia e dall’Estero (tra i più numerosi 15 dalla Polonia, 14 dall’Argentina e 12 dalla Germania), i 300 operatori della Casa Sollievo della Sofferenza e i fedeli della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo e di Padova, a Roma per san Leopoldo Mandic.
Le reliquie dei due frati sono nella Basilica di San Pietro da venerdì 5 febbraio e saranno esposte alla venerazione fino all’11. Prima dell’udienza un ritratto di san Pio è stato fatto dal suo biografo, padre Luciano Lotti, da padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia e da monsignor Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, presidente della Casa Sollievo della Sofferenza e direttore generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio. Grande emozione tra i presenti, tra i quali Domenico Crupi, direttore della Casa Sollievo della Sofferenza, quando hanno riascoltato la voce di Padre Pio in un video registrato il 5 maggio 1956 per l’inaugurazione dell’ospedale.
Come sua abitudine, il Papa al suo arrivo ha percorso piazza San Pietro sulla papamobile salutando, e benedicendo i fedeli. Ha fatto più volte fermare il mezzo per abbracciare un anziano, un ammalato, un neonato, invitando, in un caso, a coprire meglio il bambino per ripararlo dal freddo. È il suo modo per abbracciare tutti come faceva san Pio che, ha detto il Papa, «non si è mai stancato di accogliere le persone e di ascoltarle, di spendere tempo e forze per diffondere il profumo del perdono del Signore» così «la sua piccola goccia è diventata un grande fiume di misericordia».
Durante la catechesi incentrata sulla preghiera come «forza che muove il mondo», il pontefice ha evidenziato che pregare non è come prendersi un’aspirina, non si prega per ottenere qualcosa di concreto, perché non siamo in un negozio. «Se fosse così, sarebbe mossa da un sottile egoismo» ha detto. «Come amava dire Padre Pio – ha proseguito il Papa – la preghiera è la migliore arma che abbiamo, una chiave che apre il cuore di Dio» ed è una «chiave facile» perché «il cuore di Dio non è ‘blindato’ con tanti mezzi di sicurezza». «Volete avere un cuore gioioso?» ha chiesto ai fedeli e alla risposta affermativa ha aggiunto «Pregate! Questa è la ricetta».
Ha incoraggiato i gruppi di preghiera, per san Pio «vivai di fede, focolai d’amore», ad essere «centrali di misericordia sempre aperte e attive» e li ha invitati ad essere «sempre apostoli gioiosi della preghiera». Il Papa ha quindi ricordato che «accanto all’opera di misericordia spirituale dei gruppi di preghiera, san Pio ha voluto una straordinaria opera di misericordia corporale: la Casa Sollievo della Sofferenza, inaugurata 60 anni fa. Desiderò che non fosse soltanto un eccellente ospedale, ma un ‘tempio di scienza e di preghiera’». Per Francesco è importante «curare la malattia, ma soprattutto prendersi cura del malato». Ha ricordato un amico sacerdote in coma che sentì la voce di un altro sacerdote che gli diceva di avere fiducia e lasciarsi portare da Dio.
Per il Papa i malati hanno bisogno di carezze e parole che diano loro la forza di accettare la malattia o andare incontro al Signore. «Sul volto di Padre Pio risplendeva la luce della risurrezione» ha detto Papa Francesco ricordando le parole di San Giovanni Paolo II. E quindi l’augurio finale rivolto ai presenti: «Che chiunque venga nella vostra bella terra – io ho voglia di andarci – possa trovare anche in voi un riflesso della luce del Cielo».
8 febbraio 2016