Piano Freddo: in campo Caritas e Sant’Egidio

In vista dell’abbassamento delle temperature, il Comune ha disposto l’apertura notturna delle stazioni Flaminio, Piramide e Vittorio Emanuele

In vista dell’abbassamento delle temperature, il Comune ha disposto l’apertura notturna delle stazioni Flaminio, Piramide e Vittorio Emanuele

Morto per il freddo sotto un viadotto della Magliana e lasciato lì per tre settimane. È la storia di un clochard, ancora senza nome, morto prima delle festività e ritrovato solo martedì mattina dai dipendenti di una cooperativa che lavora per l’Ama. Una storia già vista che continua a ripetersi, come quella di Gregory, la prima vittima di questo inverno, morto il 19 dicembre, e trovato senza vita dai vigili nel suo giaciglio all’incrocio tra via del Trullo e via Monte Cucco. Una guerra contro l’inverno che combattono gli oltre 8 mila senza tetto che vivono a Roma, fa sapere la Caritas diocesana, e che continua a lasciare corpi sulle strade della Capitale, mentre incombe il gelo.

In vista dell’abbassamento delle temperature
, il Campidoglio ha deciso di potenziare il “Piano Freddo” varato lo scorso novembre per ampliare l’assistenza ai senza fissa dimora, ma ancora non è pienamente operativo. Per fronteggiare i venti gelidi da nord est e le temperature sotto lo zero, mercoledì 4 il comune ha stabilito che dal 5 gennaio, durante la notte, le stazioni metro di Flaminio, Piramide e Vittorio Emanuele resteranno aperte – dalle 24 alle 5 da domenica a giovedì e dall’1.30 alle 5 il venerdì e il sabato – per consentire ai senzatetto di trovare un riparo. È stata richiesta inoltre alla Regione Lazio la preventiva autorizzazione per l’apertura anche della stazione Ostia-Stella Polare (con lo stesso orario).

Le associazioni di volontariato, hanno ribadito le istituzioni, assicureranno l’ascolto, la distribuzione di coperte e di generi di conforto, mentre la Sala Operativa Sociale di Roma Capitale sarà presente per garantire passaggi notturni, eventuali servizi di accompagno, report informativi e la distribuzione di ulteriori coperte. Già oggi però il Comune avrebbe dovuto garantire altre risposte. I ripari, fanno sapere le associazioni, restano il problema più urgente: «Roma è carente dal punto di vista dell’accoglienza notturna» spiega Alberto Farneti, responsabile di mense e centri accoglienza della Caritas diocesana.

Nel piano di novembre del Comune erano stati stanziati 1.016.417 euro, oltre 250mila euro in più rispetto all’anno precedente, a vantaggio della Sala Operativa Sociale. Tra i propositi il reperimento di nuovi posti letto per i senzatetto. I bandi però sono andati deserti: «Requisiti troppo restrittivi», commenta Massimiliano Signifredi, volontario della Comunità di Sant’Egidio, così non è stato possibile ampliare l’offerta. A dicembre sono stati formulati nuovi bandi, di cui si attende ancora l’esito: «Mentre l’inverno è già arrivato» conclude Signifredi. Accoglienza non vuol dire solo strutture, ma personale qualificato capace di interagire con queste realtà complesse.

«Nessuno vuole vivere per strada»
, afferma Farneti. Spesso i senzatetto hanno vissuto eventi traumatici o si sono trovati all’improvviso senza lavoro e senza nessuno che li aiutasse. L’abitudine alla strada viene con il tempo: «Queste persone spesso non sono neanche più capaci di dormire in un vero letto – spiega il responsabile Caritas –, sono abituati a dormire per terra, sul marciapiede. Non riescono più a stare neanche in un luogo chiuso». Gli esempi sono tanti: «L’anno scorso siamo entrati in contatto con una donna che solo dopo un anno siamo riusciti a convincere a venire a passare la notte in una delle nostre strutture. Abbiamo dovuto metterle un materasso per terra. Riuscire a dormire là per lei è stato un grande successo».

Da quest’anno la Caritas è riuscita ad aumentare le unità mobili, portando da due a cinque le vetture che si occupano dell’intervento lì dove i casi sono più critici. La Comunità di Sant’Egidio il 4 gennaio ha avviato la raccolta in tutta Italia per raccogliere sacchi a pelo e coperte da distribuire a chi vive per strada o in alloggi disagiati, a Roma è possibile portarle in Via del Porto Fluviale 2, giovedì e sabato dalle 17 alle 19. Ma è soprattutto l’attenzione delle istituzioni che si deve intensificare, notano i rappresentanti delle associazioni. Per Gregory la Comunità, fa sapere Signifredi, sta organizzando il funerale, nonostante tutti i problemi burocratici che comporta la vita della strada, senza identità e senza famiglia: «un modo per restituirgli dignità».

 

5 gennaio 2016