Putin: «Missili occidentali in Russia? La Nato è in guerra»
Il leader del Cremlino interviene sull’utilizzo dei missili occidentali a lunga gittata. «Prenderemo le decisioni appropriate sulla base delle minacce che ci verranno rivolte»
Se l’Ucraina colpirà in profondità nel territorio russo usando missili a lunga gittata occidentali, «significherà che i Paesi Nato, gli Usa e i Paesi europei, sono in guerra con la Russia». Il presidente della Russia Vladimir Putin lo ha affermato in un’intervista tv ripresa ieri, 12 settembre, dal canale Telegram del Cremlino, ha affermato Putin in un’intervista televisiva ripresa dal canale Telegram del Cremlino. «In questo caso – ha aggiunto -, tenendo conto del cambiamento della stessa essenza di questo conflitto, prenderemo le decisioni appropriate sulla base delle minacce che ci verranno rivolte».
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – che nel frattempo continua a chiedere i missili Atacms e Storm Shadow, americani o britannici, per colpire le linee di rifornimento dell’esercito russo e provare così a riconquistare le zone occupate – riferisce intanto di «un altro crimine di guerra»: i russi, scrive su X, «hanno attaccato veicoli della Croce rossa internazionale in missione umanitaria nella regione del Donetsk». Tre morti e due feriti: questo il bilancio delle vittime, confermato anche dallo stesso Comitato internazionale della Croce rossa. Il convoglio, riferisce il portavoce dell’organizzazione Jason Straziuso, si trovava nel villaggio di Viroliubivka, a nord della città di Donetsk, dove doveva consegnare ai residenti blocchetti di legna e carbone per il riscaldamento dell’imminente inverno. Di rispetto del diritto internazionale umanitario, prigionieri di guerra e protezione degli operatori umanitari. prosegue il portavoce, la presidente del Comitato Mirjana Spoljaric discuterà nei prossimi giorni a Mosca con il ministro degli Esteri Serghei Lavrov e altri alti responsabili del governo.
Sul terreno, continuano gli scontri nella regione russa di Kursk, invasa nei giorni scorsi dalla truppe ucraine, sulla quale Mosca ha lanciato la sua controffensiva. Non solo: via Telegram, il ministero della Difesa risso riferisce anche che sono stati respinti, con l’appoggio di bombardamenti aerei e di artiglieria, quattro tentativi delle forze ucraine di sfondare il confine in una nuova area, in direzione degli insediamenti di Novy Put e Medvezhye. L’aviazione e le forze missilistiche russe continuano nel frattempo a bombardare le truppe di riserva di Kiev concentrate nella regione di Sumy, nel nord dell’Ucraina, confinante con quella di Kursk. Secondo i comandi di Kiev, durante l’offensiva cominciata il 6 agosto le forze ucraine erano arrivate a conquistare oltre un centinaio di insediamenti su una superficie di circa 1.300 chilometri quadrati.
Del possibile via libera all’Ucraina sull’uso di missili occidentali a lungo raggio anche contro obiettivi in profondità nel territorio della Russia parlano in questi giorni diversi media inglesi e statunitensi, all’indomani della missione dei capi delle diplomazie dei due Paesi, Antony Blinken e David Lammy, a Kiev, durante la quale Blinken si è limitato ad accennare alla possibile fine delle restrizioni invocata dagli ucraini. Missione nella quale il britannico Lammy ha parlato anche delle «centinaia di missili» contenute nel nuovo pacchetto di aiuti britannici all’Ucraina annunciato dal governo di Londra, ribadendo il sostegno «incrollabile» di Londra all’Ucraina, nella guerra con la Russia, per «tutto il tempo che sarà necessario».
Da parte sua il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ribadito, in un’intervista rilanciata dalla Tass, che il permesso degli Usa e della Gran Bretagna a Kiev di utilizzare i missili a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo aumenta il coinvolgimento occidentale nel conflitto ucraino e provocherà una reazione di Mosca. Prima ancora aveva assicurato che Mosca avrebbe dato una risposta «appropriata» all’uso dei missili americani Atacms e britannici Storm Shadow contro il suo territorio. Quanto alla decisione di Washington e Londra di concedere il permesso a Kiev, essa «è stata presa già da molto tempo», è l’analisi di Peskov, anche se si attende il momento opportuno per renderla ufficiale.
13 settembre 2024