Reddito di cittadinanza, Boeri: «Alcuni aspetti molto problematici»
Per il presidente dell’Inps, a Milano per il Forum delle Politiche sociali, sono tre: il ruolo marginale dei Comuni, l’accertamento dei patrimoni mobiliari di chi ne fa richiesta e la penalizzazione delle famiglie numerose
«Il reddito di cittadinanza prevede un incremento molto positivo delle risorse per il contrasto alla povertà. Ma ha alcuni aspetti molto problematici». Per Tito Boeri, presidente dell’Inps, i principali aspetti problematici sono tre: il ruolo marginale dei Comuni nell’applicazione del provvedimento, l’accertamento dei patrimoni mobiliari di chi ne fa richiesta e la penalizzazione delle famiglie numerose. Intervenendo questa mattina, 31 gennaio, all’ottavo Forum delle Politiche sociali, organizzato dal Comune di Milano, il presidente dell’Inps ha sottolineato come «i Comuni sono da sempre quelli che hanno maggiore esperienza e conoscenza delle condizioni di povertà dei cittadini», ma nella gestione del reddito di cittadinanza «non sono più il primo punto di riferimento per i cittadini, che devono invece prima andare in posta, poi ai Caf. I Comuni – ha aggiunto – potranno intervenire solo a valle di tutto il processo del reddito di cittadinanza. Ma il problema centrale è come raggiungere le persone veramente bisognose, che non sempre sanno che esistono questi provvedimenti e come ottenerli».
Il secondo aspetto problematico del reddito di cittadinanza riguarda i controlli. «Nei primi mesi di applicazione non saremo in grado di verificare le proprietà mobiliari di chi ne fa richiesta – ha spiegato Boeri -. C’è quindi un problema di prevenzione degli abusivi da parte di chi non ne ha diritto». Infine, «mentre il Rei era destinato soprattutto alle famiglie numerose, con il reddito di cittadinanza si privilegia il singolo. Ma la povertà in Italia è concentrata invece nelle famiglie numerose. Mi auguro che ci sia un cambiamento con i decreti attuativi 175.
Tito Boeri ha parlato anche di quota 100. «La realtà è che dovremmo cercare di contenere la spesa pensionistica, perché abbiamo un problema demografico di fondo. Stiamo andando verso una situazione per cui per ogni lavoratore ci sarà un pensionato. E questo è un fardello pesante sui lavoratori». Con quota 100 invece si aumenta la spesa pensionistica «col rischio di spiazzare il reddito di cittadinanza», per il quale potrebbero mancare le risorse drenate dalla spesa previdenziale.
31 gennaio 2019