Ripartire dalle periferie per creare comunità
Accoglienza, inclusione e diritti sociali al centro della Conferenza nazionale organizzativa della Cisl. Marazziti (Sant'Egidio): «Serve un'alleanza culturale». Don Buonaiuto (Papa Giovanni XXIII): «Difendere l'altro che mi appartiene»
Ripartire dalle periferie per creare comunità in grado di accogliere e condividere. È il messaggio lanciato ieri, martedì 9 luglio, nel corso del dibattito organizzato dalla Cisl in occasione della Conferenza nazionale organizzativa che si conclude domani, giovedì 11. Alla tavola rotonda “Periferie esistenziali: il valore dell’inclusione” hanno partecipato don Aldo Buonaiuto (Comunità Papa Giovanni XXIII), Mario Marazziti (Sant’ Egidio), il colonnello Sergio De Caprio, il “Capitano Ultimo”, presidente del Sim Carabinieri, Dario Nardella sindaco di Firenze, Vittorio Emanuele Parsi (Università Cattolica) e Marco Venturelli (segretario generale Confcooperative).
«L’inclusione è il motore della democrazia – ha detto nella sua introduzione il moderatore Marco Damilano, direttore dell’Espresso -. Una regola che dalla fine degli anni 80 si è quasi invertita, con un terzo della popolazione escluso dai benefici. Un’area che si è sempre più allargata», anche grazie a chi «soffia sul fuoco dell’esclusione per alimentare interessi politici». Il primo intervento è stato quello di don Buonaiuto: «Userei un termine caro al Papa: scartati. Gli ultimi almeno sono in una fila, gli scartati sono oltre, sono invisibili», ha detto ricordando l’impegno per aiutare le schiave del sesso. A «chi dice che fare l’amore non è reato rispondo che i veri uomini i rapporti li conquistano, non li comprano». E ribadendo l’importanza di difendere «l’altro che mi appartiene, a cominciare dallo zigote», ha stigmatizzato l’incapacità di un Paese che non è in grado di sostenere le donne che vogliono essere madri. Quindi ha lanciato una proposta: chiedere alle istituzioni di ideare la «giornata del migrante ignoto». Il Capitano Ultimo, accolto da un lungo applauso, ha parlato del primo sindacato dei carabinieri: «È importante perché immaginiamo la sicurezza come bene comune di tutti i cittadini». L’obiettivo è mettersi a disposizione degli amministratori gratuitamente come «consulenti tecnici, per affrontare il disagio da cui nasce la criminalità nelle periferie».
Marazziti ha invece puntato l’indice contro «il linguaggio bellico. Se si chiamano sbarchi quelli che sono arrivi e approdi, si sbaglia, gli sbarchi sono militari. L’uso del termine clandestino, qualunque cosa siano, favorisce l’esclusione. Serve un’alleanza culturale» in grado di valorizzare gli anziani, le donne, i migranti. Il portavoce della Comunità di Sant’Egidio ha fortemente criticato i due decreti sicurezza e ribadito come il modello dei corridoi umanitari sia finalizzato proprio all’inclusione, come pure l’importanza della prossimità nelle periferie. Le città come una circonferenza, con persone che ci stanno dentro e persone che ne stanno fuori o ai margini. È la definizione del sindaco di Firenze Nardella, che ha sottolineato come la sfida sia «tenere tutti dentro» ma non stipandoli bensì «ampliando la superficie. Inclusione non come processo calato dall’alto ma che parte dal territorio, l’altra faccia della prossimità. Includere vuol dire rendere protagonisti». E se Parsi ha ricordato il percorso storico che ha portato, dagli anni 80, i Paesi ricchi a ricostituire delle «periferie interne su cui si costruisce anche il consenso politico», Venturelli ha sottolineato la «demonizzazione di intere categorie: ong, terzo settore, cooperazione sociale», con la conseguente demolizione del «tessuto sociale indispensabile per trovare soluzioni a problemi drammatici». Ha quindi proposto un «social compact» per garantire livelli minimi di diritti sociali in tutti i Paesi dell’Unione.
La conclusione è stata affidata al segretario della Cisl Anna Maria Furlan: «Ogni volta che il nostro Paese ha avuto bisogno di un sindacato forte, i confederali hanno saputo dare risposte», come nella stagione del terrorismo e degli accordi economici, «in momenti di fragilità estrema. Siamo in uno di quei momenti». La «forbice tra ricchezza e povertà si è di nuovo allargata. C’è bisogno di grande forza sociale, nella logica che parlare di sviluppo e crescita significa parlare di qualità della vita, partecipazione attiva e democrazia. Sicurezza non è avere una pistola sul comodino ma rendere tutta la città centro, stare assieme. Il sindacato ha oggi anche questo compito».
Il dibattito è stato preceduto dalla presentazione di un sondaggio da parte di Nando Pagnoncelli (Ipsos) sulle sfide che attendono il sindacato e dai saluti del presidente della Camera Roberto Fico, che ha ribadito tra l’altro come «i patti sottoscritti da sindacati e aziende non possono mai essere buttati a mare da un giorno all’altro». Oltre agli interventi del sindaco di Roma Virginia Raggi e del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la Conferenza ha visto in mattinata la relazione di Furlan, i contributi dei segretari di Cgil e Uil, rispettivamente Landini e Barbagallo mentre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio.
10 luglio 2019