RomaSette, le ferite e le speranze

Il 17 novembre i 50 anni del settimanale, fondato da monsignor Elio Venier, nella stagione del convegno diocesano del ’74. Una nuova narrazione sulla Chiesa locale e sulla città

Le speranze e le “ferite” della città e della Chiesa locale, con un respiro universale, tra le pagine di RomaSette. A cinquant’anni di distanza, se provassimo a sfogliarle dal 1974 a oggi le troveremmo, perché fin dall’inizio questa è stata la preoccupazione che ha mosso chi ne ha gettato le basi: il “motore” di don Elio Venier, per tanti anni direttore e anima dell’Ufficio per le comunicazioni sociali, e il sostegno del cardinale vicario Ugo Poletti. Protagonisti di quella stagione che ha attraversato gli anni ‘70 con le sue luci e le sue ombre. Dietro le quinte, nel Palazzo Lateranense che guardava da un lato verso San Pietro e dall’altro verso le periferie, un pugno di volontari guidati da un nuovo entusiasmo: preti e laici, con qualche nome che poi assumerà ruoli di primo piano, non solo nel mondo dell’informazione.

Roma Sette 50° anniversario 1974-2024C’era da costruire una nuova narrazione sulla Chiesa locale e sulla città, anzi una narrazione inedita, fino ad allora confinata a relazioni e discorsi o a qualche scarno resoconto su Avvenire, il quotidiano dei cattolici nato pochi anni prima. A Roma, tra i drammi della casa e del lavoro, nella povertà di periferie degradate, c’era una comunità ecclesiale in fermento. Venier ne colse gli umori e li portò in pagina, dando voce a quelle che Francesco definisce oggi “periferie esistenziali”. Nel maggio 1975 RomaSette già parla di immigrati, di una città dalla «fisionomia cosmopolita» per sensibilizzare la comunità cristiana, e dedica spazio al raduno internazionale dei rom, arrivati a Roma da tutta Europa. Ricorda il rogo di Primavalle con la morte di due giovani, vittime dell’odio estremista, e i funerali del giudice Occorsio nel luglio 1976, fino al delitto Moro del maggio 1978, con l’indimenticabile celebrazione di Paolo VI nella cattedrale di Roma.

Pagine che in questi anni abbiamo voluto ricordare in un “viaggio della memoria” che appariva doveroso, riproponendo online su Romasette.it veri e propri pezzi di storia della diocesi attraverso tanti articoli del settimanale, un itinerario che ancora non si è concluso (il prossimo articolo sarà dedicato alla beatificazione di Papa Giovanni Paolo II nel 2011) e che domenica prossima approderà parzialmente anche sul cartaceo con la pubblicazione di due articoli “storici” di RomaSette, un’intervista a don Di Liegro sulla casa famiglia di Villa Glori e un editoriale sugli attentati del 1993.

Nel settimanale compaiono la realtà dei “preti operai”, l’impegno tra i baraccati, la nascita della Caritas e il suo servizio accanto ai poveri, le visite pastorali di Giovanni Paolo II, il Sinodo diocesano, la battaglia per la casa famiglia di Villa Glori, il consultorio diocesano per le famiglie, gli attentati mafiosi a San Giovanni in Laterano e San Giorgio in Velabro, gli anni di Ruini con la Missione cittadina e il Giubileo che apre il nuovo millennio, la chiesa del Duemila a Tor Tre Teste, la prima beatificazione di due coniugi romani, perfino l’abbraccio ad Alberto Sordi, e ancora l’omaggio a don Andrea Santoro “martire” in Turchia, il primo Emporio della solidarietà a Ponte Casilino, e via via fino agli anni più recenti, all’affetto di Roma per Benedetto XVI e poi per Francesco, all’impegno pastorale di Vallini, di De Donatis e ora di Reina.

Nomi, volti, storie, anche quelle nascoste che rappresentano il sale del giornalismo, dai missionari ai rifugiati ai volontari e a tanti altri. Ma anche le storie della città dolente, dai borghetti degli anni ‘70 alla “bomba” sociale della Pantanella ai campi rom e ancora al dramma della salute mentale dimenticata, per arrivare all’oggi. Tra le righe c’è la passione di chi ha scritto e l’attenzione dei lettori, che poi sono quelli che fanno camminare un giornale. Ieri come adesso.

11 novembre 2024