Ruzza: «Dio è la famiglia di cui tutti siamo parte»
A San Mauro Abate la Messa conclusiva della IV Settimana della famiglia. Il dialogo del presule con i bambini: «Avere un cuore umile, perché Dio guarda quello»
Un incoraggiamento che viene dal Vangelo, «perché la Parola del Signore ci ricorda che sempre, in ogni situazione, non siamo soli ma siamo amati» e che soltanto «grazie a Lui possiamo diventare più buoni». Questa la consegna del vescovo ausiliare Gianrico Ruzza, delegato per la pastorale familiare, alle tante famiglie che ieri mattina, domenica 27 ottobre, gremivano la chiesa di San Mauro Abate, nel quartiere Laurentino, per la Messa conclusiva della quarta edizione della Settimana della famiglia. L’evento, promosso dal Centro per la pastorale familiare del Vicariato di Roma e dal Forum delle associazioni familiari del Lazio, con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale, si era aperto il 24 ottobre e ha avuto per tema-guida “La famiglia al centro… Dal centro alla periferia”.
Nei primi banchi, tanti bambini ai quali il presule si è rivolto direttamente nel corso della sua omelia, scendendo dall’altare per stare più vicino a loro: «Il Vangelo di questa mattina ci presenta sulla scena due personaggi: uno buono e uno cattivo; chi è secondo voi il buono?», ha chiesto Ruzza ai più piccoli. Tra le molte voci, qualcuna ha risposto che buono è Gesù, un’altra ha detto che è Dio «ma anche il pubblicano», ha spiegato alla fine una bambina, riconoscendo invece nel «fariseo il cattivo perché è presuntuoso, mentre pensa di essere il più buono». Da qui la riflessione del vescovo sull’importanza di «avere un cuore puro e umile, perché Dio guarda quello, non i nostri atteggiamenti esteriori, lui che per noi è Padre ma anche madre, è la famiglia di cui tutti siamo parte, specialmente i meno benedetti dalla vita, di tutti i tempi e di tutti i luoghi».
Ancora, Ruzza ha sottolineato come «il cuore umile del pubblicano che riconosce il proprio errore davanti a Dio deve essere modello e paradigma per le nostre famiglie», un cuore cioè «orientato al bene, alla verità e alla giustizia». Perché Cristo non ha scelto «coloro che apparivano migliori, quelli che oggi vediamo sulle copertine dei giornali o sui social media – ha aggiunto il vescovo – ma ha guardato i cuori umili e lì ha fatto crescere la sua Parola». Concludendo, rivolgendosi ancora ai bambini, ha spiegato che «farsi umili significa saper accattare anche le critiche, i rimproveri e qualche “no” e pregare Dio con la stessa insistenza e confidenza del pubblicano, perché tutta la nostra vita si gioca solo nell’incontro con Lui».
A concelebrare con il vescovo Ruzza, il parroco don Josè Aparicio Flores, don Dario Criscuoli, direttore del Centro diocesano per la pastorale familiare, e fra Marco Vianelli, direttore dell’Ufficio Cei, che dopo la Messa ha tenuto una catechesi sulla famiglia e sulla coppia. A margine della celebrazione, Alessandra Balsamo, presidente del Forum regionale delle associazioni familiari, ha commentato con entusiasmo le quattro giornate «di incontro e scambio» perché «hanno prodotto spunti e idee sulle quali lavoreremo per delineare sempre di più le nuove azioni del Forum, anche in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie in programma a Roma a giugno 2021».
28 ottobre 2019