Salute mentale: sforzo corale contro lo stigma
Nella Giornata mondiale, il focus promosso dal Coordinamento nazionale dei direttori Dsm in collaborazione con Asl Roma 1 e Motore Sanità. Sinergia pubblico – privato
Lo stigma istituzionale frena, blocca, impedisce lo sviluppo della salute mentale. Se ne parla oggi, 10 ottobre, Giornata mondiale per la salute mentale, nel convegno su “Stigma e awarness in salute mentale”, promosso dal Coordinamento nazionale dei direttori dei Dipartimenti di salute mentale (Dsm) in collaborazione con Asl Roma 1 e Motore Sanità. «Lo stigma – spiega Giseppe Ducci, direttore Dsm Asl Roma 1 – non è legato soltanto all’atteggiamento delle singole persone, ma può essere anche istituzionale». E spiega: «Rifiutare i farmaci innovativi ai pazienti psichiatrici perché considerati di “serie B” rispetto ai pazienti oncologici, ad esempio, è espressione dello stigma. Diminuire le risorse per la salute mentale perché “non importa”, quando invece i maggiori problemi dopo il Covid sono per la salute mentale è stigma; considerare tutte le persone che commettono reati come malati e quindi collocarli in un’area indefinita di devianza tra delinquenza e malattia mentale è stigma».
Alla prevenzione di ogni forma di stigma punta proprio il lavoro del Dipartimento di salute mentale, rivendica Mariarosa Barbera, coordinatrice del Percorso Adp dello stesso Dipartimento della Asl Roma 1. «Abbiamo sviluppato negli anni – ricorda – un’importante esperienza rivolta a pazienti gravi: il Percorso di assistenza domiciliare che ha in carico attualmente 154 utenti. Questo coniuga due aspetti: da una parte la realizzazione di progetti di sostegno a vivere in casa, ma anche nel contesto di vita (con vicini, negozianti, agenzie del territorio, associazioni, ecc.), al fine di potenziare le reti relazionali e l’inclusione sociale; dall’altra l’importanza del sostegno dei nostri utenti ad esercitare i loro diritti di cittadinanza, accanto all’assunzione di responsabilità». Nelle parole di Barbera, «lo stigma si combatte attraverso una corretta informazione, un lavoro di presenza e di contaminazione all’interno dei quartieri, in un’ottica di potenziamento di sinergie tra le realtà pubbliche e private presenti nel territorio».
Di «stigma» e «consapevolezza» parla anche Daniela Pezzi, già presidente della Consulta regionale per la Salute mentale. «Consapevolezza che tra le associazioni è molto ridotta – rileva -, perché stanno facendo un pericoloso passo all’indietro. È come se avessero rinunciato a rivendicare il loro diritto ad autotutelarsi, a partecipare alle decisioni in tema di politica sanitaria. Ciò non toglie che migliorare la qualità dei servizi di salute mentale sia possibile: difendere la propria mente e il proprio benessere mentale è un diritto umano e universale, a cui non dobbiamo rinunciare. Solo se facciamo squadra possiamo invertire la rotta». In questo senso, «sono molto contenta – aggiunge – che il tema della Giornata mondiale della salute mentale 2023 venga collocato all’interno del quadro dei diritti umani, visto che la perdita degli stessi sta toccando varie fragilità e varie categorie di persone e che si sta facendo di nuovo un gran calderone, dove si butta quello che è considerato il rifiuto».
10 ottobre 2023