Scienza, filosofia e teologia a confronto sul “Dolore innocente”
Al Bambino Gesù il convegno “Nascere malati”. Colpito da patologia genetica il 3% dei neonati. Ravasi: «La terapia deve unirsi alla misericordia»
All’Ospedale Bambino Gesù il convegno “Nascere malati”. Colpito da patologia genetica il 3% dei neonati. Il cardinale Ravasi: «La terapia deve unirsi alla misericordia»
Nasce con una patologia genetica, congenita, il 3% dei neonati; si tratta di un rischio che non può essere azzerato. Nessuna coppia di genitori “normali” può riprodursi senza rischi. È quanto emerso durante il convegno “Nascere malati”, organizzato dall’Ospedale pediatrico Bambino Gesù, svoltosi questa mattina, mercoledì 4 maggio, nella sede di San Paolo. Scienza, filosofia e teologia a confronto sul “dolore innocente”. «Due termini uniti tra loro anche se non appartengono strettamente allo stesso livello» ha spiegato il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della cultura. «Il dolore – ha proseguito – potrebbe essere la componente fisiologica, la struttura biologica della persona, mentre l’innocente è una questione di tipo culturale ed etico. Coniugare queste due dimensioni è necessario non soltanto per il bambino ma per tutti, ininterrottamente».
Il malato non deve coinvolgere soltanto la scienza medica: si tratta, per il porporato, di «una figura che deve interessare anche la dimensione umana, quella etica, esistenziale e sapienziale. Credo – ha aggiunto – che si debba fare un duplice percorso. Accanto al malato non ci deve essere solo il medico in quanto tale ma il medico deve avere una dimensione umana, deve essere capace di entrare in sintonia con le domande implicite che il malato gli pone. Anatomia e spiritualità si incrociano intorno al malato. La terapia deve unirsi alla misericordia».
Il cardinale Ravasi ha sottolineato che «noi credenti non abbiamo il diritto di giudicare il grido di dolore di un padre o di una madre disperati davanti al dolore di un figlio malato, anche se è un grido blasfemo. Ma dobbiamo riuscire a vivere il dolore e, se riguarda gli altri, comprenderlo. Il dolore – ha concluso – può avere anche una rivelazione di senso, può offrire un senso, ma un senso non definitivo, perché esiste sempre la crisi. Trovare a tutti i costi una spiegazione al dolore è impossibile».
Il direttore scientifico dell’ospedale della Santa Sede, Bruno Dallapiccola, ha evidenziato che «siamo tutti in qualche modo geneticamente imperfetti. Certa pubblicità ingannevole raccomanda super amniocentesi o ripetuti monitoraggi in gravidanza per abbattere qualsiasi rischio ma sono menzogne». Non è esente da problematiche neanche la fecondazione artificiale. «Quasi il 2% delle gravidanze parte con la fecondazione in vitro – ha spiegato -. Non è una passeggiata: aumenta il rischio di difetti congeniti, e finalmente tutti l’hanno capito. Inoltre porta con sé una scia di problematiche anche perché, collegati con la fecondazione in vitro, ci sono stati spesso degli accanimenti riproduttivi: si usano dei gameti non adeguati e questo spiega il perché sono aumentate di 7 volte le patologie da alterato imprinting».
Per Dallapiccola «c’è bisogno di disseminare informazioni sui rischi che si corrono in gravidanza. Spesso si parla di maternità e paternità informata ma i genitori nella maggior parte dei casi ignorano molti eventuali rischi e la salvaguardia non basta mai». Fondamentale, per il direttore scientifico del Bambino Gesù, «la formazione anche per i professionisti della salute che devono conoscere il tema un po’ meglio, soprattutto in un momento in cui siamo bombardati di messaggi di interventi miracolistici».
«Vogliamo essere una comunità più scientifica, di cura e di relazione e vogliamo andare oltre – ha detto Mariella Enoc, presidente del Bambino Gesù -. Dobbiamo essere un ospedale sereno, che guarda al futuro, capace di accogliere il nato malato dando prospettiva di cura e di vita. Quando in ospedale arriva un bambino malato dobbiamo prendere in carico in modo totale anche la sua famiglia, che deve diventare protagonista del percorso medico. Il bambino nato malato può diventare sano, oppure, nel restare malato, può diventare un grande esempio di umanità».
4 maggio 2016