Cure a rischio per oltre 15mila poveri delle periferie romane. A denunciarlo è l’associazione Medicina solidale, che in una nota dichiara che «dopo la chiusura forzata dei sei ambulatori di strada di Medicina Solidale – da Tor Bella Monaca a Piazza caduti della Montagnola fino a quello sotto il colonnato di San Pietro – a causa di un contenzioso con la Regione Lazio che si sta risolvendo, ora la burocrazia di Roma Capitale e il silenzio assordante dell’assessore Laura Baldassarre stanno sentenziando la definitiva chiusura di questo servizio capillare e a costo zero per l’ammnistrazione pubblica».

Il direttore sanitario Lucia Ercoli ricorda i tre incontri con l’assessore Baldasarre avvenuti prima dell’estate. «Le abbiamo inviato tutta la documentazione – riferisce -. Ad oggi dopo oltre un mese e dopo avere le spiegato l’urgenza di riaprire non abbiamo avuto nessun tipo di riscontro, nemmeno con una risposta negativa». La sede “madre” dell’associazione, a Tor Bella Monaca, è di proprietà comunale, rileva Ercoli, e «come da legge per avere le autorizzazioni regionali per l’esercizio della nostra attività occorrono i documenti per l’accatastamento dell’immobile. Al momento questi documenti sono scomparsi nel buco nero degli archivi di Roma Capitale». Senza questo passaggio burocratico, prosegue spiega Ercoli, «le mamme, i bambini e tanti cittadini non potranno più accedere alla nostre cure gratuitamente. Abbiamo chiesto disperatamente a Baldassarre di aiutarci in questo complicato cammino burocratico ma non ci ha risposto». Il direttore sanitario conclude amaramente: «Saremo costretti a portare i nostri assistiti in piazza del Campidoglio dove effettueremo le visite mediche».

15 novembre 2017