Terra Santa, Pizzaballa: «La politica, grande assente di questo momento»
A Gerusalemme la tradizionale conferenza stampa di Natale, con l’amministratore del Patriarcato latino di Gerusalemme. Popolazioni «assetate di diritti e verità» ma «la fame di dignità non spegne la nostra gioia
Ha ripercorso i momenti e gli eventi che più hanno segnato la vita della comunità ecclesiale nell’ultimo anno monsignor Pierbattista Pizzaballa, nel messaggio letto durante la tradizionale conferenza stampa di Natale, questa mattina, 20 dicembre, a Gerusalemme. E dalla comunità ecclesiale ha allargato lo sguardo al contesto sociale e politico nel quale la Chiesa è calata. «La politica – ha detto l’amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme – è la grande assente di questo momento. Non sappiamo se e cosa stia maturando nelle cancellerie dei Paesi che decidono il nostro futuro, ma qui, nel nostro contesto, la politica, quella che indica prospettive e delinea il futuro, è assente. Ciò – ha continuato – è fonte di frustrazione e disorientamento. Abbiamo bisogno di politica, non quella di salotto, ma quella che sa tradurre in scelte concrete sul territorio le attese dei rispettivi popoli».
Con la preoccupazione del pastore, Pizzaballa ha ribadito che «le nostre popolazioni sono stanche di violenza, che non ha portato ad alcun risultato. Sono invece assetate di giustizia, di diritti, di verità. Sembrano affermazioni generiche e retoriche ma qui in questo nostro contesto hanno un risvolto concreto e preciso nella vita quotidiana, negli spostamenti e nella libertà di movimento, nei permessi, nei ricongiungimenti familiari e nella vita quotidiana di tutte le famiglie cristiane». Inevitabile anche un riferimento alle dichiarazioni del presidente Usa Trump su Gerusalemme, riconosciuta unilateralmente come Capitale di Israele, «le cui conseguenze sono note e non sono ancora cessate del tutto». L’auspicio del presule è che «la violenza di questi giorni cessi completamente e che si possa continuare a discutere legittimamente su Gerusalemme in ambito non solo politico ma anche religioso e culturale».
L’amministratore apostolico del Patriarcato ha parlato della presenza raddoppiata dei pellegrini in Terra Santa, della riorganizzazione e ristrutturazione amministrativa del Patriarcato, condotta con la società di consulenza “Deloitte”, degli avvicendamenti consistenti nel personale religioso e nell’amministrazione. Ancora, ha parlato dell’avvio di un ufficio pastorale che aiuti i vescovi e i sacerdoti e della scelta della famiglia come tema da seguire in ambito pastorale. La ristrutturazione amministrativa, ha spiegato, «proseguirà per tutto questo anno pastorale», mentre sul tema della famiglia saranno focalizzati argomenti quali «la preparazione al matrimonio, l’accompagnamento delle giovani coppie, l’educazione alla genitorialità, la formazione». Intanto, è iniziata da Gaza la visita pastorale dell’amministratore apostolico alle parrocchie e alle comunità religiose della diocesi.
«Ci auguriamo che la presente crisi su Gerusalemme non spaventi quanti hanno deciso di venire in Terra Santa – le parole di Pizzaballa -. La presenza dei pellegrini, oltre a essere una importante esperienza di fede, è anche una bella espressione di solidarietà ai tanti cristiani e non, che lavorano nell’ambito del turismo religioso. In Giordania vi è serenità. Invitiamo dunque i pellegrini a visitare la Terra Santa e la Giordania senza timore, perché non vi è alcun pericolo». Ancora, il presule ha citato come elemento particolarmente significativo anche «il miglioramento nelle relazioni tra le Chiese cristiane, suggellato dall’inaugurazione della restaurata Edicola del Santo Sepolcro lo scorso mese di marzo. Un evento che – ha evidenziato – qualche anno fa sarebbe sembrato di impossibile realizzazione e che ha invece segnato un punto di non ritorno nelle nostre relazioni interne».
Da ultimo, l’arcivescovo ha ribadito la centralità del Natale, nel quale «Dio si affaccia ed entra nella storia dell’uomo con un semplice annuncio di gioia e non di giudizio». E la gioia di Dio è «una gioia incarnata» che «passa per le cose semplici della vita. Non c’è gioia se non c’è vita, la vita umile di gente normale: una madre, un padre, un figlio». La gioia di Dio è anche «salvezza: questo Bambino, che i pastori vedranno se si metteranno in cammino, è il Salvatore». Per monsignor Pizzaballa «la salvezza di Dio non è un pacchetto già pronto, non qualcosa di già fatto, ma un continuo ricominciare, un sempre nuovo mettersi in cammino dietro di Lui». È la «possibilità di ricominciare sempre. Salvezza è possibilità che tutto sia trasformato: il buio in luce, il male in bene, il dolore in gioia, l’egoismo in amore, la morte in vita. Le difficoltà di questi giorni, le difficoltà di sempre, la sete di giustizia, la fame di dignità – ha concluso – non ci impediscono di ricominciare, non spengono la nostra gioia, né la nostra determinazione a collaborare per migliorare il nostro mondo, a lavorare a difesa della vita, quella semplice dei nostri fedeli, delle nostre famiglie e delle nostre comunità religiose».
20 dicembre 2017