16 ottobre 1943: il “sabato nero” di Roma e la risposta del mondo ecclesiastico

Nella Capitale, il 34% dei soccorsi rappresentato da realtà legate alla Chiesa, compresi i monasteri di clausura. Il punto in un convegno alla Gregoriana

Il dolore, il disagio e la vergogna di quel sabato nero, il 16 ottobre 1943, che vide dalle 5.30 di mattina fino alle 14 deportare oltre mille ebrei romani ad Aushwtz, provocarono per molti romani e soprattutto per il clero una intensificazione di aiuti, a poco più di un mese dall’occupazione tedesca della città. Roma viveva una situazione particolare. Due elementi da considerare: la più popolosa comunità ebraica d’Italia (circa 12mila persone); la maggior concentrazione di case religiose l’Italia. Ecco perché il coinvolgimento degli ecclesiastici salì in maniera consistente fino a rappresentare il 34% dei soccorsi, rispetto al 16% del resto dell’Italia. Molta parte della popolazione ebraica romana si salvò grazie alle istituzioni ecclesiastiche, stando ai dati della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea. Da approfonditi studi portati avanti dalla storica Liliana Picciotto, e presentati alla conferenza internazionale “New Documents from the Pontificate of Pope Pius XII”, alla Pontificia Università Gregoriana dal 9 all’11 ottobre scorso, emerge che da quel momento ci furono rifugiati in ogni luogo, collegi e seminari pontifici, conventi, case parrocchiali, abitazioni private dei sacerdoti, ospedali gestiti da ordini religiosi e perfino nei monasteri di clausura femminili. Un moto di consapevolezza e di carità cristiana. Ormai era chiaro per tutti il disegno di ingegneria umana portato avanti dai nazisti: l’attribuzione di maggiore valore ad alcuni popoli, e la decisione di sterminare interamente il popolo ebraico ha provocato oltre che lutti e dolore, uno shock collettivo dal quale gli ebrei a distanza di ottant’anno stentano ancora a riprendersi.

L’aiuto agli ebrei va compreso in un quadro più vasto, quello dell’immenso mare di persone bisognose di nascondersi, di soccorso e solidarietà, che percorreva in lungo e in largo la penisola italiana. Si possono individuare quattro gruppi: i circa ottantamila militari dell’esercito alleato fuggiti dalle prigioni dopo l’armistizio; i militari dell’esercito italiano allo sbando, che fuggivano dalle rappresaglie tedesche; gli ebrei perseguitati; e gli antifascisti. Si formarono reti spontanee realizzate da privati e persone comuni (operai, professionisti, donne di servizio, operatori medici, ecc.), e reti strutturate. Una per tutte quella del generale Cordero di Montezemolo a Roma, che produceva documenti falsi. È importante collocare l’opera degli aiuti agli ebrei nel quadro del movimento popolare di soccorso prestato da migliaia di persone all’indomani dell’occupazione tedesca. Dopo vent’anni di dittatura, era il primo moto spontaneo e collettivo del popolo italiano contro il fascismo.

Sui silenzi di Pio XII, sull’atteggiamento della Chiesa in quegli anni e sulla purificazione della coscienza c’è molto da approfondire e tanta luce apportano gli studi sulla serie documentaria denominata “Ebrei” aperta da Papa Francesco alla consultazione dal 2020. Roma visse in quegli anni una situazione surreale: la città fu investita da una fiumana di rifugiati dal sud, senzatetto, poveri; giovani che fuggivano dall’arruolamento; dirigenti del partito fascista e vecchi gerarchi; ufficiali dell’esercito e civili che venivano dal nord, convinti che Roma sarebbe stata una delle prime città liberate dagli alleati. Il numero dei residenti aumentò vertiginosamente, circa 400mila in più, su meno di un milione di abitanti. La Chiesa di Roma cercò di andare in soccorso a tutti, in maniera indifferenziata, e anche agli ebrei. Mai un aiuto selettivo, ma accogliendo la richiesta di tutti coloro che ne avevano bisogno. Comunque un punto di non ritorno, che fece cadere per sempre la secolare ostilità verso gli ebrei, per approdare alla riflessione teologica del Concilio Vaticano II, con la dichiarazione Nostra Aetate. (Paolo Scarafoni e Filomena Rizzo)

16 ottobre 2023