A Gaza e in Cisgiordania 625mila studenti e oltre 22mila insegnanti senza scuola

I dati di Azione contro la fame, che esprime «estrema preoccupazione» per il mancato diritto all’istruzione dei piccoli. 4.510 gli alunni morti dal 7 ottobre; 231 i docenti

Morti, attacchi contro le scuole, restrizioni di movimento. Gli ultimi mesi – da quel 7 ottobre 2023 in cui Hamas ha sferrato il suo attacco a Israele – hanno compromesso seriamente il diritto all’istruzione per i bambini di Cisgiordania e Gaza, aggravando i danni e le limitazioni di un sistema educativo che era già in difficoltà prima degli attacchi. A esprimere «estrema preoccupazione» a riguardo è Azione contro la fame, le cui equipe lavorano da anni in Cisgiordania proprio «per garantire il diritto dei bambini all’istruzione, come stabilito dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, perché un’istruzione sicura e dignitosa è fondamentale per consentire alle famiglie di rimanere nelle loro case, previene lo sfollamento e aiuta anche a spezzare i cicli di violenza e povertà, ed è un passo essenziale per il futuro di questi bambini», afferma Chiara Saccardi, responsabile regionale delle operazioni di Azione contro la fame per il Medio Oriente..

Con questo obiettivo, «le organizzazioni umanitarie internazionali stanno sostenendo l’accesso dei bambini alle scuole e all’istruzione in Cisgiordania e a Gaza», sono ancora le parole di Saccardi. I bambini palestinesi che vivono in Cisgiordania faticano però a frequentare la scuola da ben prima dell’ottobre 2023: secondo fonti esterne, solo nell’ultimo anno 5.870 bambini in 117 comunità della Cisgiordania sono stati esclusi dalla scuola primaria e altri 4.599 hanno avuto difficoltà ad accedere all’istruzione quotidiana a causa delle restrizioni di movimento, dei controlli di sicurezza e delle continue vessazioni, intimidazioni e violenze subite durante il tragitto verso la scuola. Da allora, la violenza si è intensificata: secondo l’Ocha, le forze israeliane e i coloni hanno ucciso 358 palestinesi, tra cui 91 bambini, in tutta la Cisgiordania. Anche l’accesso all’istruzione è stato ostacolato.

Vietato in modo severo lo sfollamento forzato di civili, considerato una grave violazione della Quarta Convenzione di Ginevra. Dal 2015 Azione contro la fame ha sostenuto più di 60 scuole, compresi gli asili, per proteggere i bambini e permettere loro di rimanere nelle loro case. Già prima dell’escalation del conflitto, l’istruzione a Gaza soffriva di restrizioni sui materiali, che non consentivano di costruire un numero sufficiente di nuove scuole o di riparare quelle danneggiate nelle precedenti escalation. Le scuole di Gaza sono state spesso chiuse per essere riutilizzate come rifugi di emergenza per gli sfollati interni. «Tuttavia, il precedente accesso umanitario consentiva una limitata fruizione dell’istruzione. Oggi, questo diritto non esiste più a Gaza», sottolineano dall’organizzazione.

Lo confermano i dati: secondo l’Ufficio centrale di statistica palestinese, dal 7 ottobre 2023 più di 625mila studenti e 22.564 insegnanti a Gaza non hanno avuto accesso all’istruzione. Nello stesso arco di tempo, il 76% delle scuole di Gaza è danneggiato o distrutto, mentre 264 sono utilizzate come rifugi per 1,4 milioni di sfollati interni a Gaza, secondo il Gruppo Istruzione. Secondo il Cluster per l’istruzione, al 23 gennaio, a Gaza erano morti 4.510 alunni e 231 insegnanti. «Questi livelli di violenza senza precedenti – concludono da Azione contro la fame – hanno esposto i bambini di tutte le età alla morte, alla perdita dei genitori, alla fame, alle malattie trasmissibili e ad eventi estremamente traumatici, privandoli di tutte le opzioni disponibili per affrontare la situazione».

24 gennaio 2024