Al Collegio Urbano la Clericus Cup 2017

I “Leoni d’Africa” si aggiudicano l’undicesima edizione del torneo promosso dal Centro sportivo italiano. Il terzo tempo: un momento di preghiera

I “Leoni d’Africa” si aggiudicano l’undicesima edizione del torneo promosso dal Centro sportivo italiano. Il terzo tempo: un momento di preghiera

Basil Mbah giocava da bambino per strada, in Nigeria. Adesso, all’ombra del cupolone, è l’autore del gol che ha consentito al Collegio Urbano di vincere per la terza volta la Clericus Cup, il campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi, giunto all’undicesima edizione e promosso dal Centro sportivo italiano. Sabato 27 maggio, finale del torneo sul terreno da gioco del Centro Pio XI, poco lontano dal governatorato. In campo la grinta di 22 leoni, sugli spalti cori e vuvuzela per supportare i giovani seminaristi africani in maglia biancogialla. Ad affrontare i “Leoni d’Africa”, chiamati così perché tutti i calciatori in campo provengono da quel continente, la squadra della Pontificia Università Gregoriana.

Dopo un primo tempo a reti inviolate, all’inizio della ripresa il primo gol del Collegio Urbano su un tiro-cross dalla destra dell’ugandese Robert Ssekate. Poco prima del 90’, invece, chiude i conti il nigeriano Mbah, alla sua quarta finale consecutiva e al suo terzo successo con la maglia del seminario di Propaganda Fide. Il risultato finale è di 2-0 ed esplode la festa in campo tra fumogeni e waka-waka. «Purtoppo lo scorso anno abbiamo perso la finale ai rigori, adesso ci siamo rifatti – ha detto a fine partita Mbah -. Per me il calcio è passione, giocavo già da bambino. Sono contento di poterlo fare adesso a un livello più importante». Il terzo tempo è un momento di preghiera. Tutti i calciatori al centro del campo per recitare insieme un Padre Nostro.

Medaglia di bronzo al Mater Ecclesiae, squadra vincitrice della scorsa edizione del torneo, che ha superato nella finalina il Redemptoris Mater col risultato di 4-3. Tema del torneo, impresso sulle maglie dei calciatori, una frase di Papa Francesco, “Mettiamoci in gioco nello sport e nella vita”. In tribuna ad assistere alla finale, i rettori dei due seminari, monsignor Vincenzo Viva per il Collegio Urbano e quello dell’Università gesuita, il portoghese Nuno da Silva Gonçalves. Presente a bordo campo anche il prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, il cardinale Giuseppe Versaldi, Gran cancelliere della Università Gregoriana, che ha lodato l’iniziativa alla quale hanno partecipato seminaristi di 66 nazionalità: «Con la Clericus Cup in un mondo diviso possiamo dare esempio di comunione non solo nello studio delle scienze, ma anche nello sport».

A consegnare la coppa ai vincitori, il presidente del Csi Vittorio Bosio e il consulente ecclesiastico nazionale don Alessio Albertini. «Lo sport è uno strumento di amicizia, educazione e socialità – ha detto Bosio -. Crediamo molto in questo torneo perché questa esperienza possa essere portata dai seminaristi nelle comunità in cui saranno inviati a svolgere la loro missione». Non ha potuto alzare la coppa con i compagni, avendo perso la finale, ma è stato premiato come miglior calciatore del torneo Mark Paver, 41 anni, inglese della Gregoriana. Il seminarista prossimo al sacerdozio è nato a Manchester e al momento di ritirare il premio ha chiesto di pregare per le vittime del recente attentato terroristico nella sua città. «La mia passione per il calcio è nata a Manchester dove tutti i bambini giocano a pallone». Per lui, la svolta è arrivata con la scelta di lasciare il mondo della finanza per entrare in seminario. «Sono sempre stato vicino alla Chiesa, ho uno zio sacerdote. Dopo pochi anni di carriera nel settore finanziario a New York, ho deciso di cercare i veri ricchi nella vita».

29 maggio 2017