Al Gemelli nasce l’hospice perinatale. Noia: «Medicina della speranza»
Presentata al policlinico universitario, nel convegno “Custodire la vita”, la nuova struttura diretta dal ginecologo. Il messaggio di Francesco
Presentata al policlinico universitario, nel convegno “Custodire la vita”, la nuova struttura diretta dal ginecologo. Il messaggio di Francesco: «Proteggere la vita»
Presentato ieri mattina, mercoledì 25 maggio, al Policlinico Gemelli, nell’ambito del convegno “Custodire la vita”, l’hospice perinatale diretto da Giuseppe Noia, al quale in serata è stato dedicato uno spettacolo di raccolta fondi al Teatro Ghione. Nel messaggio inviato per l’occasione, firmato dal cardinale Parolin e letto dall’assistente ecclesiastico generale della Cattolica, il vescovo Claudio Giuliodori, le parole di Papa Francesco che evidenziano la necessità di un «quotidiano impegno all’attuazione del progetto di Dio sulla vita, proteggendola con coraggio e amore, con lo stile della vicinanza e della prossimità». Nel messaggio, il «vivo compiacimento» del pontefice per le iniziative della Fondazione “Il cuore in una goccia”. La onlus, fondata da Giuseppe Noia, ginecologo del Gemelli, Anna Luisa La Teano e Angela Bozzo, prende il suo nome dalle parole della Beata Madre Teresa di Calcutta: «Metti la tua goccia e arriverà l’oceano dell’amore di Dio» e si adopera gratuitamente per stare vicino alle famiglie nei casi di gravidanza in cui si presentino patologie rare, malformazioni e rischio per la madre, proponendosi su tre fronti: medico, familiare e spirituale.
Di tutto questo si è parlato nella conferenza mattutina, sul tema “Custodire la vita. L’hospice perinatale come risposta scientifica, etica e umana alla diagnosi prenatale”. «Il Santo Padre Papa Francesco – ha scritto il cardinale segretario di Stato – rivolge ai partecipanti il suo affettuoso pensiero auspicando sempre nuovi traguardi nel servizio della persona e nel progresso della scienza medica, in costante riferimento ai perenni valori umani e cristiani». Va in questa direzione il cammino dell’hospice, nato all’interno del Polo Salute della donna e del bambino del Policlinico universitario Gemelli, attraverso il personale medico del servizio di Day Hospital e di medici e infermieri ad hoc. L’hospice offrirà sostegno medico qualora durante la gravidanza si presentassero patologie nel feto o nella madre. Noia, che lo dirigerà, durante lo spettacolo, presentato dal caporedattore del Tg1 Piero Damosso, ha ribadito l’importanza della medicina fetale: «Noi vogliamo proporre un accompagnamento a quelle donne che hanno saputo già precocemente ad esempio della sindrome di Down – ha spiegato -. Possiamo proporre terapie prenatali: oggi si è visto che il grosso problema è il danno cognitivo dovuto a uno stress ossidativo. Se lo riduciamo miglioriamo molto il danno neurocognitivo. Diamo voce a chi non ha voce. La ricerca sarà diretta verso questo aspetto».
L’hospice perinatale, ha spiegato ancora il ginecologo, «ha un impatto culturale fra due modi di pensiero antropologicamente opposti: il primo vive dell’illusione che eliminando il sofferente si possa eliminare la sofferenza; il secondo invece nel rispetto più totale della preziosità della vita umana, senza guardare alle dimensioni dell’essere umano ma solamente al suo valore, cerca di prevenire le malattie, cerca di curarle, cerca di limitare i danni fisici e psicologici del malato e delle famiglie». Ancora, «cerca di lenire la sofferenza fisica e psicologica, forte dell’assunzione di tre metodologie per affrontare la sofferenza umana: prevenire, curare, lenire il dolore». Tutto questo, per il professore, «esprime il concetto della solidarietà umana, della medicina condivisa, e si traduce in un’unica espressione: I care (mi predo cura di te)». L’ha definita «eccellenza etica della nostra istituzione», il ginecologo: l’hospice, ha evidenziato infatti, «non è un luogo ma è un modo di curare il feto e il neonato. Anche nelle condizioni patologiche più estreme si può dare speranza di prevenzione, cura e sollievo del dolore accompagnando non solo il feto con tutto l’approccio scientifico e clinico ma anche le famiglie. È questo il vero fondamento della medicina della speranza».
L’evento teatrale di raccolta fondi per la ricerca sulla sindrome di Down, oltre a dare spazio agli interventi dei fondatori dell’hospice, ha visto esibirsi lo storico coro dei Soul Singers, Giovanni Scifoni, attore lanciato da “La meglio gioventù” nel 2003 e oggi in tv in Rai e a Tv2000, Beatrice Fazi, del cast di “Un medico in famiglia”, la cantante jazz Rosa Martirano, accompagnata dalla chitarra di Andrea Pistilli de “La formula 3” e da Checco Pallone, il tenore Marco Voleri e il coro dei “Ragazzi di via Paladini” diretto da Maria Luisa Brunelli. Tutte partecipazioni volontarie a sostegno di un concetto di scienza che, viene scritto nella lettera papale, è «servizio» e «non seleziona», prendendo le distanze da una «cultura dello scarto che propone solo itinerari di morte pensando di eliminare la sofferenza, sopprimendo chi soffre». L’arcivescovo Rino Fisichella a sua volta ha espresso in un messaggio «pieno apprezzamento a sostegno di queste iniziative». Impostare «il rapporto medico paziente in un ottica di servizio – le parole del presule, lette dal caporedattore del Tg1 – manifesta un progetto di cura e crea lo spazio per autentiche opere di carità».
26 maggio 2016