Al Sant’Eugenio la Befana solidale dei pensionati Acli
Per il quinto anno, nonni e nonne consegnano regali ai piccoli ricoverati nel reparto di Pediatria. I giocattoli raccolti grazie all’acquisto da parte della Fap Acli Roma e alle donazioni ricevute dalla onlus Giano
Si rinnova, per il quinto anno consecutivo, l’appuntamento con la “Befana solidale” all’ospedale Sant’Eugenio di Roma. Sabato 6 gennaio alle 11 i nonni e le nonne della Federazione anziani e pensionati (Fap) delle Acli di Roma e gli anziani della Unità di Geriatria del Sant’Eugenio consegneranno i regali ai piccoli ricoverati nel reparto di Pediatria della struttura in piazzale dell’Umanesimo. I giocattoli sono stati acquistati dalla Fap Acli Roma o raccolti attraverso le donazioni ricevute durante l’anno dalla onlus Giano.
«Ogni anno – dichiara la presidente delle Acli provinciali di Roma Lidia Borzì – questa giornata rappresenta un momento davvero speciale, reso possibile grazie alla proficua collaborazione avviata da tempo con la Giano onlus e con l’ospedale Sant’Eugenio. Un’idea, quindi, che trova i suoi punti di forza nella rete creata fra le varie realtà in campo e nel dialogo intergenerazionale che nasce fra i bambini e gli anziani, che si impegnano per portare sui loro volti un sorriso in questo ultimo giorno di festività natalizie». Accanto a Borzì, alla giornata al Sant’Eugenio prenderà parte anche Francesco De Vitalini, segretario della Fap Acli di Roma. «Da diverso tempo ormai – dichiara Vitalini – ci piace iniziare il nuovo anno con questa iniziativa di solidarietà che non soltanto permette ai tanti bambini costretti a passare le feste in ospedale di dimenticare per un po’ la propria condizione e vivere un momento di gioia e spensieratezza ma dà anche l’occasione a tanti anziani di sentirsi nuovamente attivi e utili accanto ai più piccoli e ai più fragili, un obiettivo in cui la Fap crede e per il quale lavora ogni giorno».
Fortemente convinto del valore di questo scambio intergenerazionale anche Giovanni Capobianco, direttore dell’Unità operativa complessa di Geriatria del Sant’Eugenio. «Tutti sappiamo che la malattia proietta le persone, ma in particolare i più fragili assieme alle loro famiglie, in una dimensione di preoccupazione e di pericolo – spiega – che si fa sentire maggiormente nei periodi di festività come questi. Io penso che un ospedale moderno non sia solo quello tecnologicamente avanzato ma quello in cui, come dice Papa Francesco, si costruiscono ponti tra chi si prende cura e chi di queste cure ha bisogno». E poi, continua Capobianco, «quale ponte più lungo e più saldo si può costruire tra chi ha una storia tutta da scrivere, come un bambino, e uno che ne ha una lunga da raccontare, come un anziano? La consegna di un dono, in un gesto semplice, vuole rappresentare questo messaggio».
4 gennaio 2017