All’Epifania «nostalgiosi» come i Magi

Il Papa ha coniato il nuovo termine durante l’omelia del 6 gennaio. La parola usata per definire il credente che va alla ricerca di Dio

Il Papa ha coniato il nuovo termine durante l’omelia del 6 gennaio. La parola usato per definire il credente che va in cerca di Dio 

«Nostalgioso» è il nuovo neologismo coniato da Papa Francesco durante l’omelia dell’Epifania. Un termine usato per definire il credente che «spinto dalla sua fede, va in cerca di Dio, come i magi, nei luoghi più reconditi della storia, perché sa in cuor suo che là lo aspetta il suo Signore. Va in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore; e non lo fa affatto con un atteggiamento di superiorità, lo fa come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare».

Il Santo Padre ha definito i Re Magi come coloro che «riflettono l’immagine di tutti gli uomini che nella loro vita non si sono lasciati anestetizzare il cuore». Tutto il contrario della corte di Erode e di tutta Gerusalemme che «dormiva in combutta con Erode» sotto «l’anestesia di una coscienza cauterizzata», simbolo di quanto accade anche oggi nelle «corti» dei potenti. Il Papa ha sottolineato che i Magi «non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino. La santa nostalgia di Dio scaturisce nel cuore credente perché sa che il Vangelo non è un avvenimento del passato ma del presente. La santa nostalgia di Dio ci permette di tenere gli occhi aperti davanti a tutti i tentativi di ridurre e di impoverire la vita. La santa nostalgia di Dio è la memoria credente che si ribella di fronte a tanti profeti di sventura. Questa nostalgia è quella che mantiene viva la speranza della comunità credente che, di settimana in settimana, implora dicendo: Vieni, Signore Gesù».

Poi all’Angelus, il Papa ha confrontato la luce della stella che guidò i Magi con le «luci intermittenti, che vanno e vengono, come le piccole soddisfazioni della vita: anche se buone, non bastano, perché durano poco e non lasciano la pace che cerchiamo» e con quelle «abbaglianti della ribalta, dei soldi e del successo, che promettono tutto e subito: sono seducenti, ma con la loro forza accecano e fanno passare dai sogni di gloria al buio più fitto».

I Magi, al contrario, «invitano a seguire una luce stabile e gentile, che non tramonta, perché non è di questo mondo: viene dal cielo e splende nel cuore. Questa luce vera è la luce del Signore, o meglio, è il Signore. Egli è la nostra luce: una luce che non abbaglia, ma accompagna e dona una gioia unica». Stigmatizzando il comportamento di quanti hanno la conoscenza ma non si muovono, come gli scribi che sapevano dove sarebbe nato il Messia, al contrario dei Magi che erano sempre «in movimento», il Papa ha ricordato che «non basta sapere che Dio è nato, se non si fa con Lui Natale nel cuore».

Perciò si è chiesto: «Dio è nato, sì, ma è nato nel tuo cuore, nel mio cuore, nel nostro cuore? E così lo troveremo come i Magi, con Maria e Giuseppe nella stalla». Ai circa 35.000 fedeli presenti il Papa ha voluto fare «un piccolo dono, anche se mancano i cammelli… il libretto Icone di misericordia». Un piccolo opuscolo tascabile distribuito da poveri, religiosi e volontari con alcuni spunti di riflessione e di preghiera sulla Misericordia infinita di Dio, alla luce del Giubileo appena terminato. Ai bisognosi, poi, ha offerto un piccolo rinfresco a base di tramezzini e bevande.

9 gennaio 2017