Ancora rapimenti di massa in Nigeria

Nello Stato di Kaduna, a nord del Paese, sequestrati oltre 200 studenti di una scuola elementare. Nello Stato di Borno rapiti in 200 tra donne e bambini in un campo sfollati

Sono più di 200 – alcune fonti parlano di 232 persone – gli studenti rapiti ieri mattina, 7 marzo, a Kuriga, nella Chikun Local Government Area nello Stato di Kaduna, nella Nigeria settentrionale. Gli alunni, informa l’agenzia Fides, appartengono alla scuola elementare Lea di Kuriga. Un commando armato ha assalito la struttura intorno alle 8.30 del mattino, sequestrando insieme ai bambini anche parte del personale, a partire dal preside, e conducendo tutti nella foresta.

La scuola media e quella secondaria si sono trasferite alcuni anni fa nell’edificio scolastico all’interno della città di Kuriga a causa di problemi di sicurezza, abbandonando la scuola situata fuori città. Ma Kuriga è già stata teatro di un tragico assalto nel gennaio scorso, quando Mallam Idris Abu Sufyan, preside della scuola secondaria governativa Kuriga, è stato ucciso da banditi armati mentre cercava di resistere al rapimento.

Arriva invece da Porte Aperte/Open Doors, in un comunicato diffuso oggi, 8 marzo, la notizia di un altro rapimento in un campo sfollati nel nord-est della Nigeria, per la precisione a Gamboru Ngala, una città mercato nello Stato di Borno. Si teme che fino a 200 tra donne, ragazzi e bambini siano stati rapiti dai miliziani di Boko Haram, mentre andavano a raccogliere legna da ardere.

«Siamo inorriditi da quest’ultimo rapimento di massa di donne e bambini da parte di Boko Haram in Nigeria e chiediamo il loro immediato rilascio – dichiara Jo Newhouse, portavoce di Open Doors -. Per molti di noi questo evento ricorderà quando 276 studentesse, per lo più cristiane, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, furono rapite dallo stesso gruppo terroristico islamico nella scuola secondaria di Chibok (anch’essa nello Stato di Borno) nell’aprile 2014. Ma non si tratta di rapimenti isolati».

Attacchi e rapimenti, in particolare nel nord del Paese, si sono fortemente intensificati negli ultimi 10 anni, ricordano dalla ong. E «i cristiani sono tra coloro che vengono presi appositamente di mira». In questa situazione, denuncia il portavoce di Open Doors, «il governo nigeriano non sta adempiendo al suo dovere di proteggere i suoi cittadini dalla violenza di questi attacchi». Non solo: «La proliferazione delle armi, l’impunità e l’inazione del governo hanno permesso l’espansione di Boko Haram e l’aumento della violenza nel nord della Nigeria, dove gli attacchi di bande armate a villaggi e scuole sono diventati endemici». Secondo una ricerca di Porte Aperte, si stima infatti che più di 37.500 persone siano state uccise dall’inizio dell’insurrezione di Boko Haram nel 2011. La Nigeria inoltre è al 6° posto nella World Watch List di Porte Aperte, il report che monitora la persecuzione anticristiana nel mondo.

Da Jo Newhouse, a nome dell’ong, arriva anche un appello: «Chiediamo con urgenza al Presidente nigeriano di lavorare alacremente alla liberazione delle persone rapite in questo spaventoso attacco a un gruppo di persone già traumatizzate e sfollate a causa dell’insicurezza. Boko Haram è noto per aver preso di mira i cristiani, per aver rapito e ucciso uomini e per aver rapito, violentato e sposato con la forza donne e ragazze. Esortiamo, inoltre, il governo nigeriano a lavorare per liberare gli ostaggi già detenuti da Boko Haram, comprese le giovani cristiane come Leah Sharibu e le ragazze di Chibok che sono ancora prigioniere». A oggi sono più di 100, le cui famiglie non ricevono quasi mai aggiornamenti sugli sforzi del governo per liberarle.

8 marzo 2024