Azzardo, appello a parroci e animatori: sensibilizzate sui rischi
Pubblicato da Caritas Roma un sussidio con dati e testimonianze, per dar vita a iniziative nelle comunità parrocchiali. Feroci: «Insoddisfatti da accordo raggiunto»
“Contro le ambiguità della politica” sul gioco d’azzardo, la Caritas di Roma lancia un appello alle parrocchie perché promuovano iniziative di sensibilizzazione e presenta un nuovo sussidio di formazione e documentazione per parroci e animatori sui rischi del gioco d’azzardo. La pubblicazione, dal titolo “Gioco d’azzardo di massa e ruolo delle comunità”, raccoglie dati e testimonianze raccontando il gioco d’azzardo nei suoi aspetti sociali e normativi e al contempo fornisce una strategia per affrontare le difficoltà che derivano dalla pratica dell’azzardo attraverso lo sviluppo e la cura delle relazioni, l’ascolto e la vicinanza e proponendo un cammino di revisione di vita da praticare nei gruppi e nelle comunità. Il testo è disponibile online sul sito web della Caritas di Roma. «Un percorso di vicinanza e ascolto comunitario per le persone che sviluppano un comportamento di azzardo problematico – spiegano dalla Caritas di Roma – che non va mai disgiunto dagli interventi specialistici terapeutici e medici necessari; per questo, in appendice, vengono riportati i servizi che possono essere contattati per la cura del Disturbo da gioco d’azzardo a Roma».
Tra le ragioni che hanno spinto la Caritas di Roma a realizzare questo sussidio e a rivolgersi alle parrocchie per promuovere il contrasto al gioco d’azzardo, anche una certa delusione per i risultati raggiunti dopo un anno e mezzo di dibattito politico. Per il direttore della Caritas di Roma monsignor Enrico Feroci, infatti, l’accordo raggiunto in Conferenza unificata Stato-Regioni dello scorso 7 settembre sul riordino del sistema gioco d’azzardo in Italia «lascia insoddisfatti perché l’intero iter è il continuo richiamo a intese o convergenze, come fosse possibile tenere insieme istanze del tutto inconciliabili – spiega Feroci -: quelle delle grandi società concessionarie che dai giocatori d’azzardo estraggono profitto; quelle dello Stato, che sulla tassazione del gioco d’azzardo fonda una quota esorbitante del proprio bilancio pubblico; quelle delle amministrazioni locali su cui si scaricano i costi, in primis socio-sanitari ma non solo, dell’offerta e del consumo di gioco d’azzardo; quelle della società civile ed ecclesiale, che rilevano sul campo, spesso direttamente nei volti delle persone e dei familiari colpiti da dipendenza, l’enormità delle ricadute di questo fenomeno».
Secondo il direttore della Caritas capitolina, una legge che regolamenti il fenomeno «non può essere promossa dal solo ministero dell’Economia e delle Finanze – aggiunge -, perché l’azzardo prima di essere una posta di bilancio è l’origine di gravi patologie che investono soprattutto le famiglie più vulnerabili. Per questo auspichiamo al più presto un coinvolgimento del ministero della Salute. Allo stesso tempo – come dimostrano indagini delle forze dell’ordine – si corre il rischio concreto che le concessioni di sale giochi e distribuzione di slot finiscano in mano a organizzazioni criminali per cui occorre coinvolgere nelle politiche quanti ogni giorno contrastano le mafie, come forze dell’ordine e magistrati». Per monsignor Feroci un accordo «non può fondarsi sulle ambiguità. Per questo Caritas Roma continuerà a presidiare il dibattito sull’attuazione di queste misure perché, come è stato detto, ciò che si chiedeva al governo era un’inversione di tendenza sul gioco d’azzardo e l’inversione non potrà mai realizzarsi finché l’argomento sarà affrontato salvaguardando i profitti a discapito delle persone».
14 settembre 2017