«Chiudiamo la Porta ma la Chiesa pellegrina continua a camminare»

A Santa Maria Maggiore il cardinale Santos Abril y Castello’ al rito di chiusura: «Coscienti della nostra povertà che il Signore è pronto a colmare»

A Santa Maria Maggiore il cardinale Santos Abril y Castello’ al rito di chiusura: «Coscienti della nostra povertà che il Signore è pronto a colmare» 

«Si chiude oggi questa Porta Santa, ma non si chiude mai la porta sempre aperta della misericordia di Dio né scompare la compagnia dolce della Madre della Misericordia. Con questa certezza e valido aiuto diventiamo anche noi testimoni credibili di misericordia in mezzo al nostro mondo».

Queste le parole dell’arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, il cardinale Santos Abril y Castello’, che ieri sera, domenica 13 novembre, ha chiuso la Porta Santa aperta da Papa Francesco il 1 gennaio scorso, solennità di Maria Santissima Madre di Dio. Una lunga processione ha accompagnato il rito solenne della chiusura della Porta Santa la cui chiave è stata portata all’altare. La stessa sarà poi chiusa nella capsa, la cassetta di zinco nella quale sarà anche contenuto il verbale di chiusura della Porta Santa: il tutto sarà inserito nel muro che chiude la porta dall’interno e che sarà eretto lunedì 5 dicembre.

«Si chiude la Porta Santa ma il nostro cammino di Chiesa pellegrina continua, nel nostro cuore e nelle nostre comunità» ha affermato l’arciprete durante la Messa solenne concelebrata dai cardinali Javier Lozano Barragán e Dario Castrillón Hoyos e da monsignor Francisco-Javier Lozano Sebastián. Tra gli altri concelebranti anche monsignor Francesco Canalini e monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Ppomozione della nuova evangelizzazione.

La Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore è opera dello scultore bolognese Luigi Enzo Mattei, unico vivente tra gli artisti autori delle Porte Sante a Roma. Offerta alla Basilica dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, fu benedetta da Papa Giovanni Paolo II nel pomeriggio dell’8 dicembre. Fino al 1° gennaio 2016 non era mai stata aperta.

La Porta, alla quale l’artista ha dato il nome di “Gesù risorto appare alla Madre” è stata realizzata in bronzo, è larga 173 centimetri e altra 334,50 centimetri. Alla sinistra è scolpita l’immagine di Maria ispirata alla Madonna Salus Populi Romani conservata in Basilica, in alto è rappresentata una scena dell’Annunciazione e la scritta sottostante “Mater Dei”. Nell’anta di destra è scolpito Gesù Risorto con i segni della Passione, in alto la scena della Pentecoste e la scritta “Mater Ecclesiae”. Nel basamento, invece, ci sono le raffigurazioni del Concilio di Efeso e del Vaticano II, che definirono rispettivamente Maria Madre di Dio e Madre della Chiesa. La Madonna e Gesù sono rappresentati con le mani protese verso il fedele.

Caratteristica di questa Porta Santa è che i battenti non si possono spingere allo stesso tempo: si deve aprire prima quello che raffigura la Vergine. Lo scultore l’ha così concepita per sottolineare che è Maria che apre la strada verso Gesù, unica via di salvezza. Con le due ante aperte le figure del Cristo e della Madonna continuano a guardare i fedeli che passano e, con la particolare posizione delle mani, li invitano ad entrare.

«Dio viene incontro a noi come un Padre che perdona per poter recuperare in noi l’atteggiamento di corrispondenza alla sua volontà salvifica – ha affermato il cardinale Santos Abril y Castello’ -. Questa nostra risposta al suo amore deve dimostrarsi nell’amore fraterno. Adesso, verso la fine dell’Anno della Misericordia, Gesù ci esamina sul nostro amore verso Dio e verso i fratelli. È vero che durante questo tempo santo ci siamo sforzati per riedificare il tempio del nostro cuore e della nostra comunità come “pietre vive”. Ma precisamente il fatto di salire verso il monte della carità di Dio, l’orizzonte della nostra vita si è aperto di più e siamo diventati più coscienti anche della nostra povertà che il Signore è sempre pronto a colmare».

«In questo itinerario di santità, che è sempre di umiltà, fiducia e carità – ha concluso il cardinale – abbiamo bisogno di una guida, cioè della mano materna di Maria, la “Odigitria”. L’icona della Vergine nella basilica di Santa Maria Maggiore è nello stile iconografico orientale dell’Odigitria, cioè di colei che indica la via verso Cristo».

14 novembre 2016