Divario digitale, soluzione urgente

Porre rimedio alle disuguaglianze derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie in economia non è una questione solo economica ma di giustizia

La pandemia Covid-19 ha accelerato alcune tendenze tecnologiche nel mondo, come gli acquisti online e consegne fatte da robot, i pagamenti digitali e senza contatto, il lavoro a distanza, la formazione a distanza, la teleasalute, la stampa 3D, e così via. Sembra che il mondo sia andato avanti di 5 anni nell’adozione digitale da parte di consumatori e aziende in circa otto settimane. E il 75% delle persone che utilizzano i servizi digitali per la prima volta afferma che continuerà ad utilizzarli quando le cose torneranno alla normalità. In termini economici, la tecnologia sta influenzando, tra l’altro, l’occupazione, i processi di produzione, il commercio e la distribuzione, l’analisi e il consumo, gli investimenti e la finanza. La pandemia sta accelerando il processo di transizione verso un’economia digitale. Si sta aggravando però il cosiddetto “divario digitale”, cioè le disuguaglianze digitali multidimensionali legate alle opportunità fisiche e socioeconomiche di accesso alla tecnologia digitale e alle capacità socioeconomiche di utilizzare efficacemente le tecnologie digitali.

Sia per la produttività lavorativa di chi nel periodo di lockdown ha lavorato in remoto, sia per la resa scolastica degli studenti che hanno seguito le lezioni da casa, le possibilità di connessione a internet e gli strumenti a disposizione hanno fatto la differenza. La pandemia, stimolando l’uso delle nuove tecnologie, ha reso più evidente il divario digitale, amplificando le altre disuguaglianze esistenti nel mondo (economiche, finanziarie, di genere, ecc.). Infine, la maggior parte delle soluzioni digitali sono offerte da un numero relativamente piccolo di piattaforme. L’ulteriore spostamento verso la digitalizzazione rafforzerà probabilmente la loro posizione di mercato. Sette delle dieci maggiori società per capitalizzazione di mercato sono imprese di tecnologia digitale.

Porre rimedio alle disuguaglianze derivanti dall’applicazione delle nuove tecnologie in economia non è una questione solo economica ma di giustizia. La prospettiva da cui guardare agli sviluppi tecnologici recenti, a mio avviso, è quella dei più poveri: che beneficio riceveranno da questi sviluppi? Come leggiamo nella Evangelii gaudium, «finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria e aggredendo le cause strutturali della iniquità, non si risolveranno i problemi del mondo e in definitiva nessun problema. L’iniquità è la radice dei mali sociali» (202).

L’innovazione non ha solo un tasso di progresso ma anche una direzione. Tale direzione dipende dall’approccio di governance e dalla volontà di fornire una leadership attraverso le politiche pubbliche. La tecnologia digitale offre grandi opportunità per risolvere grandi sfide se governata con un forte senso di finalità pubblica. Il progresso digitale va affrontato come uno strumento in grado di condurci verso valori come l’inclusività, la non discriminazione, la sostenibilità e il bene comune. L’economia digitale deve mettere la tecnologia al suo posto, al servizio dell’umanità.

30 giugno 2020