Emergenza casa, il Papa: «Offrire spazi per rispondere alla precarietà abitativa»

La lettera di Francesco ai superiori degli ordini religiosi, ai rappresentanti degli enti ecclesiastici, ai parroci e al clero di Roma. «In vista del Giubileo ho chiesto alla mia diocesi di dare un segno tangibile di attenzione alle problematiche abitative»

«La Chiesa si appresta a celebrare il Giubileo ordinario dell’Anno 2025 che sarà dedicato alla speranza. Nella Bolla di indizione del Giubileo ho invocato speranza per tutti e ho chiesto a tutti di essere “segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio” (n. 1 O). La speranza infatti nasce dall’amore e dal sentirsi amati. È l’amore di Dio a generare speranza e l’amore di Dio passa attraverso il nostro amore, come affermava il beato Don Pino Puglisi: “Dio ama sempre tramite qualcuno”». Sono le parole di Francesco, in una lettera indirizzata ai superiori degli ordini religiosi, ai rappresentanti degli enti ecclesiastici, ai parroci e al clero della diocesi di Roma.

Da vescovo, il Papa ricorda che «la Chiesa di Roma, attraverso le parrocchie, le comunità religiose, le associazioni, i movimenti ecclesiali e le famiglie fa tanto per trasmettere l’amore di Dio, attraverso gesti concreti di carità (spesso nel silenzio), e generare speranza nella vita delle persone: a ognuno – scrive – rinnovo il mio profondo ringraziamento. Così il bene comune, alla base del pensiero sociale della Chiesa, riassume in sé tutte le condizioni che garantiscono la dignità umana che, come ho più volte chiarito, si concretizza in tre diritti inviolabili: la terra, la casa e il lavoro».

Su uno di questi tre diritti, quello alla casa, si concentra l’appello del pontefice. «In vista del Giubileo ho chiesto alla mia diocesi di dare un segno tangibile di attenzione alle problematiche abitative affinché, accanto all’accoglienza rivolta a tutti i pellegrini che accorreranno, siano attivate forme di tutela nei confronti di coloro che non hanno una casa o che rischiano di perderla», spiega. In questa prospettiva, «desidero che tutte le realtà diocesane proprietarie di immobili, offrano il loro contributo per arginare l’emergenza abitativa con segni di carità e di solidarietà per generare speranza nelle migliaia di persone che nella città di Roma versano in condizione di precarietà abitativa».

Nell’analisi di Bergoglio, «le istituzioni e le amministrazioni ai vari livelli, insieme alle associazioni e ai movimenti popolari, si stanno organizzando per rafforzare la risposta di accoglienza e di solidarietà verso questi  fratelli e sorelle, operando in collaborazione tra istituzioni e società civile, e la Chiesa è chiamata a contribuire. Per questo motivo chiedo a tutte le realtà ecclesiali di compiere un coraggioso gesto di amore per il prossimo offrendo gli spazi che hanno a disposizione, soprattutto chi possiede strutture ricettizie o appartamenti liberi. Le persone da accogliere – prosegue – saranno seguite dalle istituzioni e dai servizi sociali, mentre le associazioni e i movimenti popolari forniranno i servizi alla persona, le attività di cura e i beni relazionali che contribuiscono in modo fondamentale a rendere l’accoglienza degna e a costruire fraternità». Chiunque vorrà rispondere all’appello, è l’indicazione del pontefice, «potrà fare riferimento al vicario generale della diocesi di Roma, il cardinale Baldassare Reina».

15 novembre 2024