Francesco: «Dio sta con gli operatori di pace»

La preghiera e gli appelli per il conflitto in Ucraina. «Chi fa la guerra dimentica l'umanità». Quindi la richiesta di «aprire urgentemente corridoi umanitari». Le telefonate al presidente ucraino Zelensky e all'arcivescovo maggiore Shevchuck. I tweet in russo e ucraino sull'account @Pontifex

Al termine dell’Angelus di ieri, 27 febbraio, in piazza San Pietro, Papa Francesco ha salutato in ucraino alcune bandiere del Paese sotto attacco presenti sotto alla finestra del Palazzo apostolico. «In questi giorni – ha ricordato ai fedeli riuniti per la preghiera mariana – siamo stati sconvolti da qualcosa di tragico: la guerra. Più volte abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada e non smettiamo di pregare, anzi supplichiamo Dio più intensamente».

Il pontefice ha rinnovato quindi l’invito a «fare del 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di preghiera e di digiuno. Una giornata per stare vicino alle sofferenze del popolo ucraino, per sentirci tutti fratelli e implorare da Dio la fine della guerra. Chi fa la guerra dimentica l’umanità – il monito -. Non sta dalla parte dalla gente, non guarda la vita concreta delle persone ma mette davanti a tutto gli interessi di parte e di potere, si affida alla logica perversa e violenta delle armi e si distanzia dalla gente comune che vuole la pace». Proprio la gente comune infatti «è la vera vittima in ogni conflitto», quella che «paga sulla propria pelle le follie della guerra – ancora le parole del Papa -. Penso agli anziani, a quanti in queste ore cercano rifugio, alle mamme in fuga con i loro bambini. Sono fratelli e sorelle per le quali è urgente aprire corridoi umanitari e che vanno accolti», l’esortazione.

«Con cuore straziato per quanto accade in Ucraina, non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria e in Etiopia – ha proseguito ancora Francesco -. Lo ripeto, tacciano le armi. Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione italiana,  ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».

Un’attenzione, quella di Bergoglio per questo conflitto nel cuore dell’Europa, che si è tradotta, in questi giorni, anche in azioni concrete sulla strada della diplomazia. Dalla visita all’ambasciata russa presso la Santa Sede, nella mattina di venerdì 25 febbraio, alla conversazione telefonica con il presidente dell’Ucraina Vladimir Zelensky, di cui ha dato notizia proprio l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede Andriy Yurash su Facebook. «Il Santo Padre – ha scritto – ha espresso il suo dolore per i tragici eventi che si stanno verificando nel nostro Stato. Il colloquio – ha aggiunto – è avvenuto in un’atmosfera estremamente calda ed emotiva».

Prima di Zelensky, nel tardo pomeriggio del 25 febbraio Francesco ha chiamato anche l’arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuck, capo della Chiesa greco – cattolica ucraina. «Durante la telefonata Papa Francesco si è interessato della situazione nella città di Kyiv e in generale in tutto il Paese – informano dal segretariato della Chiesa greco – cattolica ucraina -. Ha detto a Sua Beatitudine: “Farò tutto quello che posso”». Non solo: il pontefice, riferiscono in una nota, «si è anche informato sulla situazione dei vescovi e dei sacerdoti nelle zone più colpite dall’operazione militare russa e ha ringraziato la Chiesa greco-cattolica ucraina per la sua vicinanza al popolo ucraino». Particolarmente gradita a Francesco la scelta di «rimanere tra la gente e a servizio dei più bisognosi, mettendo anche a disposizione i sotterranei della cattedrale greco-cattolica della Risurrezione di Kyiv per dare rifugio alle persone. Il Santo Padre – concludono dal segretariato – ha assicurato Sua Beatitudine Sviatoslav della sua vicinanza, del suo sostegno e delle sue preghiere per la cara Ucraina. Alla fine del colloquio ha inviato la sua benedizione per il popolo ucraino sofferente».

Nel frattempo, Francesco si è affidato anche a Twitter per ribadire il suo invito a preservare il mondo dalla «follia della guerra». Con gli hastag #PrayTogether e #Ukraine, venerdì 25 febbraio ha pubblicato sul suo profilo @Pontifex un messaggio in lingua russa e ucraina, oltre che nelle altre lingue tra cui italiano e inglese, con le parole presenti già nell’enciclica Fratelli tutti: «Ogni guerra lascia il nostro mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male (Fratelli Tutti 261)».

Il giorno seguente, ancora un tweet, anche questo diffuso anche in russo e in ucraino, con le parole pronunciate all’udienza generale del 23 febbraio: «Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra». Seguono la firma “Franciscus” e ancora gli hashtag #PreghiamoInsieme e #Ucraina.

28 febbraio 2022