Guerra Israele – Hamas, sì all’accordo: 50 ostaggi per 3 giorni di tregua
La formazione palestinese ha accettato le linee generali negoziate dal Qatar. Fatto esplodere il Parlamento di Gaza. L’esercito anche nell’ospedale Al Shifa
Il rilascio di circa 50 ostaggi in cambio di tre giorni di tregua nella Striscia di Gaza. Hamas ha accettato le linee generali di un accordo con Israele negoziato nelle ultime ore dal Qatar, riferisce la Reuters. Accordo che prevede anche la liberazione di alcune donne e bambini palestinesi dalle carceri israeliane e l’aumento della quantità di assistenza umanitaria consentita nell’enclave palestinese.
L’esercito israeliano intanto ha fatto saltare in aria il Parlamento di Hamas, a Gaza, conquistato nei giorni scorsi, informa il sito Ynet. Della notte scorsa anche il blitz delle Forze di difesa israeliane all’interno dell’ospedale Al Shifa. Un testimone all’interno della struttura ha parlato alla Bbc di oltre 100 soldati israeliani coinvolti, confermando anche la presenza di mezzi pesanti. «Ho visto sei carri armati all’interno dell’ospedale e più di un centinaio di soldati del commando – ha raccontato -. Sono entrati nel pronto soccorso principale, alcuni soldati erano mascherati e urlavano in arabo “non muoverti, non muoverti”».
Gli amministratori dell’ospedale però si sono rifiutati di evacuare i pazienti «in strada», ha dichiarato ad Al Jazeera il portavoce del ministero della Sanità di Hamas: «Il direttore dell’ospedale ha detto chiaramente (a Israele) che l’evacuazione deve avvenire attraverso un corridoio umanitario sicuro che protegga gli standard sanitari e prenda in considerazione lo stato dei pazienti all’interno dell’ospedale. Non possiamo semplicemente evacuare l’ospedale in strada – ha aggiunto -. Sarebbe una condanna a morte», per i pazienti. Sempre Al Jazeera scrive che il ministero della Difesa israeliano aveva informato il ministero della Sanità palestinese che le sue truppe si stavano preparando a entrare nella struttura.
Lo conferma alla Cnn uno dei medici dell’ospedale: l’esercito israeliano ha dato un preavviso di 30 minuti prima di iniziare l’operazione militare nel complesso ospedaliero. «Ci è stato chiesto di stare lontani dalle finestre e dai balconi. Possiamo sentire i veicoli blindati, sono molto vicini all’ingresso del complesso», ha affermato prima dell’inizio dell’operazione, continuata anche questa mattina, 15 novembre. Lo ha detto il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, confermando che si svolge «in un complesso specifico nel quale secondo informazioni di intelligence si riscontra attività terroristica». Prima dell’ingresso dei soldati, ha aggiunto, ci sono stati combattimenti e sono stati uccisi miliziani. «I soldati – ha sottolineato – hanno consegnato forniture mediche, incubatrici e viveri per i bambini».
Poco dopo, l’esercito di Tel Aviv ha reso noto che nell’operazione allo Shifa i soldati israeliani hanno trovato armi e risorse di Hamas nell’area, che «indicano la presenza del gruppo terroristico». Non ci sono indicazioni di ostaggi israeliani tenuti al momento nell’ospedale, ma si ritiene che l’operazione possa portare «informazioni di intelligence sui rapiti». In ogni caso, hanno assicurato dall’esercito israeliano, «non ci sono state frizioni» tra soldati, medici e pazienti dell’ospedale.
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus ha però denunciato su X che l’organizzazione ha perso i contatti con il personale sanitario dell’ospedale Al Shifa dopo che le forze israeliane hanno iniziato quella che hanno definito come «un’operazione mirata» dentro la struttura. «Le notizie di incursioni militari nell’ospedale sono profondamente preoccupanti – ha scritto -. Abbiamo perso di nuovo i contatti con il personale sanitario dell’ospedale. Siamo estremamente preoccupati per la loro sicurezza e quella dei pazienti».
Grande preoccupazione è stata espressa anche dal Comitato internazionale della Croce rossa, che, in una nota, ricorda che «i pazienti, il personale medico e i civili devono essere protetti in ogni momento» e riferisce di essere in contatto «con le autorità interessate». Affidata a una nota la reazione del responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths. «Mentre la carneficina a Gaza raggiunge ogni giorno nuovi livelli di orrore, il mondo continua a guardare scioccato intanto che gli ospedali sono presi di mira, i bambini prematuri muoiono e un’intera popolazione viene privata dei mezzi basilari di sopravvivenza. Non si può permettere che ciò continui», ha dichiarato.
15 novembre 2023