Half Marathon Via Pacis, 42 nazioni contro il razzismo
L’evento è stato promosso da Roma Capitale e dal Pontificio Consiglio della Cultura con l’organizzazione della Fidal
La seconda edizione della Roma Half Marathon Via Pacis, mezza maratona di 21,097 chilometri, è stata vinta dall’eritreo Freedom Amaniel che ieri, domenica 23 settembre, ha tagliato il traguardo dopo un’ora, 12 minuti e 44 secondi. Dietro di lui il tedesco Samalya Schafer che ha concluso la gara in 1h14:28, e Gian Pietro Atanasi che ha chiuso in 1h16:11. In campo femminile il gradino più alto del podio è stato occupato dall’ucraina Sofiia Yaremchuk che è giunta all’arrivo in 1h16:23. Al secondo posto Sara Carcinelli in 1h26:14 e al terzo Michela Ciprietti in 1h26:42.
Oltre alla mezza maratona si è svolta anche la “Run for peace” gara non competitiva di 5 chilometri. L’evento è stato promosso da Roma Capitale e dal Pontificio Consiglio della Cultura con l’organizzazione della Fidal (Federazione italiana di atletica leggera). Oltre 7.500 i runners (2.547 gli iscritti alla mezza maratona, il doppio dello scorso anno, e 5.000 alla non competitiva). Hanno attraversato le vie del cuore di Roma per sensibilizzare alla pace, solidarietà, inclusione e integrazione. Partiti da piazza San Pietro sono passati dinanzi ai luoghi di culto delle diverse confessioni religiose della Capitale: la sinagoga, la moschea, la chiesa valdese e la chiesa ortodossa prima di tornare davanti alla basilica vaticana. Una mattinata di festa che ha visto correre atleti, famiglie, persone con disabilità, 30 rifugiati e numerosi migranti ospiti della cooperativa Auxilium.
Quarantadue le nazioni rappresentate tutte unite per dire no alla violenza, al razzismo e alla discriminazione. L’iscritto più longevo è stato Antonio Rao di 83 anni, la più anziana Patrizia Cardinale di 66 anni mentre i più giovani sono stati i gemelli Lorenzo e Franco Bianconi di 18 anni. Tra i presenti alla partenza della Via Pacis, inserita tra gli eventi internazionali commemorativi del centenario della nascita di Nelson Mandela, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, l’ambasciatore della Repubblica del Sudafrica, Shirish Soni e quello del Kuwait Sheikh Ali Khaled Al Sabah, il presidente Fidal Alfio Giomi, il presidente dell’associazione europea di atletica leggera Svein Arne Hansen e il rabbino capo della comunità ebraica Riccardo Di Segni. Prima dello start, monsignor Paolo Selvadagi, vescovo ausiliare di Roma, ha elencato le qualità dello sport capace di «celebrare la nostra comune umanità, senza distinzioni di religione, di cultura, di credo, di genere, e di abilità». È inoltre capace di abbattere ogni barriera e di trasmettere valori positivi. Per il monsignore lo sport rischia di essere «snaturato nel caso in cui si dovesse perdere di vista la gioia sincera che ne deriva».
Per dare testimonianza dell’incontro tra diverse culture e religioni davanti alla linea di partenza sei rappresentanti di diverse confessioni hanno letto i sei principi della carta etica dello sport: compassione, rispetto, amore, ispirazione, equilibrio e gioia. Una corsa che si ispira al pellegrinaggio delle sette chiese ha spiegato monsignor Melchor Sanchez, sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha corso la stracittadina di 5 chilometri. «Si uniscono così sport e fede – ha aggiunto – Vogliamo portare i valori religiosi nel mondo dello sport». «In questa corsa vinciamo – ha rimarcato il sindaco Raggi – Lo sport in questa occasione più che mai vuole testimoniare come può essere un veicolo di pace per creare ponti tra culture». Per Alfio Giomi, che ha corso la 5 chilometri, l’evento è stato per molti l’occasione di scoprire una Roma che non si conosce.
Tra gli atleti in gara per la prima volta anche la maratoneta romana Franca Fiacconi vincitrice in carriera delle maratone di New York, Roma, Praga, Enschede e Sant’Antonio. L’atleta tornerà a New York per la prossima maratona e non ha nascosto l’entusiasmo per l’evento. «Correre tutti insieme per la pace è stato davvero bello – ha detto – ho trovato un bello spirito di solidarietà». Nutrito il gruppo di runners dell’Athletica Vaticana con la pettorina gialla. Del team fanno parte anche le due donne piazzatesi al secondo e terzo posto: Sara Carnicelli, figlia di un dipendente del governatorato della Città del Vaticano e la capitana Michela Ciprietti dottoressa della Farmacia Vaticana.
24 settembre 2018