I martiri, “Testimoni di una vita senza fine”
A Santa Maria Regina Mundi la preghiera in ricordo dei martiri d’Europa, guidata dal vescovo Paolo Ricciardi. La memoria, tra gli altri, di suor Mainetti e don Hamel
Martiri della carità. Vittime dell’odio. Eppure “Testimoni di una vita senza fine”. Sono i martiri a cui è dedicata la veglia che si svolge domani, 20 novembre, alle 20.30 nella parrocchia di Santa Maria Regina Mundi. Un momento di preghiera guidato dal vescovo Paolo Ricciardi e organizzato, con il sostegno del Centro missionario diocesano, dal Gruppo nuovi martiri, costituito dalle associazioni Archè, Finestra per il Medio Oriente, parrocchia S. Innocenzo I papa e S. Guido Vescovo, e dalla Comunità Missionaria di Villaregia.
In particolare, la serata di domani sarà dedicata alla memoria dei martiri d’Europa. Uomini e donne che hanno offerto la loro vita in nome di un Amore più grande. Come suor Maria Laura Mainetti, uccisa il 6 giugno 2000 a Chiavenna (Sondrio) da tre ragazze, durante un rito satanico. Di lei il Gruppo nuovi martiri ricorda una frase che fin da piccola l’aveva guidata nelle scelte della vita: «Fare qualcosa di bello per gli altri». E questi “altri”, per lei, sono diventati presto i giovani, «i più poveri tra i poveri perché facilmente influenzabili», diceva. In questo servizio totale a loro, tratta in inganno dalla richiesta di aiuto di una ragazza, «in una sera di giugno del 2000, è condotta in un luogo appartato per essere lì uccisa, come vittima scelta da un piccolo gruppo di giovanissime ragazze che adorano il Nemico, il Divisore».
Con lei, sarà ricordato domani anche don Jacques Hamel, ucciso da alcuni fondamentalisti islamici francesi, dei ragazzi, a Saint-Étienne-du-Rouvray, un paese della Normandia, il 26 luglio 2016, mentre celebrava l’Eucaristia nella sua chiesa. «Papa Francesco – riferiscono gli organizzatori – lo ricorda così: “Ma c’è una cosa, in quest’uomo che ha accettato il suo martirio lì, con il martirio di Cristo, all’altare, c’è una cosa che mi fa pensare tanto: in mezzo al momento difficile che viveva, in mezzo anche a questa tragedia che lui vedeva venire, un uomo mite, un uomo buono, un uomo che faceva fratellanza, non ha perso la lucidità di accusare e dire chiaramente il nome dell’assassino, e ha detto chiaramente: Vattene, Satana!”».
Ucciso ad Algeciras, in Spagna, dalla mano di un giovane marocchino di 25 anni con il medesimo proposito di dare la morte agli infedeli anche Diego Valencia, un padre di famiglia, fioraio per professione, devoto alla Madonna del Carmelo e impegnato come sagrestano nella chiesa di Nostra Signora de La Palma, dove il 25 gennaio 2023 viene colpito mortalmente. A dare la morte a padre Olivier Maire, superiore provinciale di Francia dei Missionari montfortiani, il 9 agosto 2021 a Saint-Laurent-sur-Sèvre, Francia, è invece uno dei poveri che il sacerdote aveva sempre servito. Più precisamente, un richiedente asilo del Ruanda con una dolorosa e difficile storia personale alle spalle, tra cui un processo, allora ancora in corso, per essere il presunto autore dell’incendio alla Cattedrale di Nantes. Olivier lo ospita per dargli un luogo in cui vivere in attesa del giudizio per l’incendio di Nantes, anche in considerazione della sua fragilità psichica e della difficoltà di inserirlo in una struttura alternativa al carcere. E proprio da lui sarà ucciso.
«Martire della carità», come lo ha definito il Papa, anche don Roberto Malgesini, impegnato, nella sua diocesi di Como, nel servizio agli ultimi. E proprio mentre si prepara a distribuire la colazione del mattino ai più poveri, viene colto di sorpresa, aggredito e colpito a morte. È il 15 settembre 2020.
19 novembre 2024