Immigrati il 14% dei lavoratori nel Lazio

I dati dell’Osservatorio romano sulle migrazioni: forte il contributo degli stranieri. Melchionda (Idos): «Manca la capacità di progettare integrazione»

Forte il contributo degli stranieri al mercato dell’occupazione. I dati dell’Osservatorio romano sulle migrazioni. Melchionda (Idos): «Manca la capacità di progettare integrazione»

Continua a crescere, in misura contenuta ma costante, la presenza di immigrati nel Lazio. Secondo l’undicesimo rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni, presentato ieri, giovedì 18 febbraio, a Roma, al 1° gennaio 2015 è la seconda regione, dopo la Lombardia, per numero di residenti stranieri (636.524). Inoltre, secondo i dati elaborati dal Centro studi e ricerche Idos con il sostegno dell’Istituto di studi politici San Pio V, spicca la Capitale con 523.957 residenti. Più di un terzo dei 363.563 migranti residenti a Roma si concentra in soli tre municipi (I, VI e V). Ma la crescita si registra in tutte le province del Lazio. Secondo monsignor Giuseppe Marciante, vescovo ausiliare della diocesi di Roma, intervenuto alla presentazione del rapporto, non deve preoccupare: «La parola “straniero” fa paura e nasce quando non si conosce l’altro, soprattutto dando credito ai pregiudizi sull’altro. La paura – sottolinea il presule – spesso blocca le relazioni e i rapporti non solo con Dio, ma anche tra gli uomini. La nostra missione consiste nel liberare noi e gli altri dalle false paure».

L’Europa (55%) è la principale area d’origine degli immigrati che vivono nel Lazio e nel territorio romano, insieme all’Asia; seguono l’Africa e l’America. I più numerosi sono i romeni, che rappresentano il 33,6%. Si conferma molto contenuta (meno di 9mila  persone) la presenza di rom e sinti in città, appena lo 0,25% sulla popolazione complessiva. Nelle province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo, si riscontrano concentrazioni di singole collettività: ad esempio, quella indiana in provincia di Latina; quella albanese nel Pontino e nel Frusinate; quella marocchina, in questi due stessi territori; quella ucraina nei diversi Comuni capoluogo. Gli asiatici (filippini, bangladesi e cinesi) vivono invece quasi esclusivamente nella Capitale. «Per diversi aspetti l’area romana anticipa quello che, secondo le proiezioni dei demografi, avverrà a livello generalizzato nei prossimi decenni», afferma il presidente del Centro studi e ricerche Idos, Ugo Melchionda, commentando i dati del rapporto. «Abbiamo da un lato dei fenomeni di integrazione maggiori, e dall’altro vediamo meccanismi escludenti. Non è possibile – aggiunge – limitarsi all’accoglienza dei richiedenti asilo quando manca la capacità di progettare l’integrazione. Forse questo dovrebbe essere il vero sforzo».

Rimane forte il contributo al mercato del lavoro: nel Lazio i migranti occupati superano le 320 mila unità e rappresentano il 14,1% dei lavoratori totali; più in generale, il tasso di occupazione degli stranieri (64,2%) supera di venti punti percentuali quello degli italiani. Il rapporto parla anche dei reati: in calo le denunce contro gli immigrati, che continuano, però, a essere più soggetti alla detenzione carceraria. Il Lazio, con 5.600 persone in carcere, è la quarta regione per numero di detenuti e la seconda per numero di immigrati reclusi. Quanto alle appartenenze religiose, secondo le stime di Idos, nel Lazio tra i residenti stranieri prevalgono i cristiani (434.100, 68,2%), cui seguono, molto distanziati, i musulmani (123.800, 19,4%), gli induisti (24.100), i buddhisti (11.585) e i fedeli di altre religioni orientali (6.400), di religioni tradizionali (4.300) e di altre appartenenze che non è stato possibile disaggregare (9.100), cui si aggiungono 22.100 atei. Inoltre, alla comunità ebraica autoctona si aggiungono circa 1.000 immigrati di questa stessa religione.

19 febbraio 2016