Insegnanti di religione: firmata l’intesa Cei – ministero Istruzione e merito
Il nuovo concorso si terrà a vent’anni dalla prima, e finora unica, procedura bandita nel febbraio 2004, per la copertura del 30% dei posti vacanti. Il restante 70% sarà coperto con una procedura riservata ai docenti con almeno 36 mesi di servizio
A vent’anni dalla prima, e finora unica, procedura bandita nel febbraio 2004 in attuazione della legge 186/03 – che istituiva i ruoli per l’insegnamento della religione cattolica -, si terrà nel 2024 il concorso per gli insegnanti di religione. Il presidente Cei Matteo Zuppi e il ministro dell’Istruzione e merito Giuseppe Valditara hanno siglato ieri, 9 gennaio, l’intesa riguardante il concorso ordinario per la copertura del 30% dei posti per l’insegnamento della religione cattolica vacanti, previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19. Il restante 70 per cento dei posti disponibili sarà coperto grazie a una procedura straordinaria, riservata ai docenti con almeno 36 mesi di servizio. Complessivamente, si tratta di circa 6.400 insegnanti.
L’intesa, che sostituisce integralmente quella sottoscritta il 14 dicembre 2020, ricorda che la procedura concorsuale «è bandita, nel rispetto dell’Accordo di revisione del Concordato lateranense stipulato tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana il 18 febbraio 1984, ratificato con legge 25 marzo 1985, n. 121 e dell’intesa tra il presidente della Conferenza episcopale italiana e il ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sottoscritta il 28 giugno 2012, cui è stata data esecuzione con decreto del presidente della Repubblica 20 agosto 2012, n. 175».
Per partecipare al concorso, specificano dalla Cei, sono richiesti i titoli di qualificazione professionale indicati al punto 4 dell’intesa del 28 giugno 2012, rilasciati da facoltà e istituti elencati dal decreto del ministro dell’Istruzione il 24 luglio 2020 (n. 70). Tra i requisiti, prevista anche «la certificazione dell’idoneità diocesana all’insegnamento della religione cattolica “di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186, rilasciata dal responsabile dell’Ufficio diocesano competente, nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di partecipazione”».
Il concorso, si legge nel testo, «si articola in una prova scritta e una orale» e «accerta la preparazione dei candidati con riferimento alle materie e alle competenze indicate dalla normativa vigente e dalle intese richiamate in premessa. L’articolazione, il punteggio e i criteri delle prove concorsuali e della valutazione dei titoli sono determinate dal bando di concorso, tenendo presente che tutti i candidati sono già in possesso dell’idoneità diocesana, che è condizione per l’insegnamento della religione cattolica».
Dal presidente dei vescovi italiani Zuppi, gratitudine al ministro Valditara «per aver colmato un vuoto e per la collaborazione aperta e feconda che si è instaurata in vista di questo importante passaggio. Al di là dell’atto formale richiesto dalla legge, il presente accordo – ha osservato – riconosce e riafferma il valore degli insegnanti di religione nelle nostre scuole: educatori preparati e appassionati che arricchiscono l’esperienza scolastica con un’occasione unica di dialogo, approfondimento culturale e confronto interdisciplinare. È giusto che sia data loro maggiore stabilità e sicurezza».
Per il ministro Valditara, «l’insegnamento della religione è un’occasione di confronto e di dialogo sui principi etici e morali che da sempre accompagnano le civiltà nel loro cammino. È anche l’occasione per andare alle radici della nostra civiltà – ha continuato – imparando a conoscere il messaggio cristiano. Approfondire questi temi significa fornire agli studenti gli strumenti per conoscere alcuni aspetti imprescindibili della nostra storia. Grazie a docenti motivati e competenti sarà possibile creare sempre più momenti di approfondimento e di arricchimento culturale».
10 gennaio 2024